Consulenze, con Manfredi nel mirino della Corte dei Conti altri 12 prof

incarichi privati quando era docente, il sindaco ha restituito 210mila euro

Il sindaco Gaetano Manfredi
Il sindaco Gaetano Manfredi
di Dario De Martino
Giovedì 14 Dicembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 19:16
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Almeno una dozzina di docenti sono coinvolti nel filone napoletano di “magistri”. È l’inchiesta della Corte dei Conti nata nel 2019 volta a controllare le posizioni di molti docenti universitari, in particolare nell’ambito della facoltà di ingegneria ma non solo, che non hanno rinunciato a consulenze e collaborazioni ritenute incompatibili con le loro cattedre.

È in questo caso che è incappato Gaetano Manfredi che - come raccontato dal Corriere del Mezzogiorno - ha patteggiato 210mila euro di risarcimento alla Federico II per alcuni incarichi, relativi al periodo 2007 - 2019 (quindi ben prima di diventare sindaco), incompatibili con i ruoli esercitati in ateneo.

Un’inchiesta ampia, che prosegue e per la quale sono attesi altri sviluppi, che ha coinvolto quindi almeno altri dodici professori oltre Manfredi. Intanto, però, la polemica monta. «Ritengo di avere la coscienza a posto», dice il sindaco. Ma l’opposizione all’amministrazione da lui guidata si fa sentire. 

Ma andiamo con ordine, entrando nel dettaglio dell’inchiesta. A condurre le indagini è il pm della Corte dei Conti Davide Vitale in un lavoro sul quale si sono impegnati anche i colleghi Gianluca Bragò e Raffaele Cangiano. Sono state controllate in questi anni almeno una dozzina di posizioni: alcune di queste, come quella di Manfredi, chiuse e altre ancora da definire. La contestazione contabile è quella di «danno erariale da illecito esercizio di attività extraistituzionale». Si tratta, nella maggior parte dei casi, di incarichi per la progettazione, il collaudo o da direttore dei lavori che, per la Procura della Corte dei Conti, non erano compatibili con il ruolo di docenti universitari a tempo pieno o mancanti delle autorizzazioni necessarie dell’ateneo. In alcuni casi - non è quello relativo Manfredi - ci si è trovati di fronte ad autorizzazioni posticce e non veritiere. 

Per quanto riguarda Manfredi, la vicenda giudiziaria nasce con l’atto di citazione del 27 marzo scorso con cui la Procura contabile aveva chiesto la condanna a restituire 763.063 euro all’Università. L’ex rettore e prof della Federico II ha avanzato istanza di rito abbreviato: la Procura ha espresso parere favorevole e il 19 luglio e ci si è accordati per la restituzione all’Ateneo di 210mila euro. Circa il 30% rispetto all’ammontare iniziale della contestazione dei magistrati contabili. «Si tratta di questioni relative a 15 anni fa che hanno prodotto diverse interpretazioni. Tutti incarichi pubblici e autorizzati dall’Università», spiega il sindaco Manfredi. L’ex ministro dell’Università aggiunge ancora: «Mi sono sempre mosso nella massima trasparenza rispetto alla prassi dell’epoca e ritengo di avere la coscienza a posto». 

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Non mancano, però, le polemiche. In occasione del consiglio comunale di ieri, gli esponenti di Forza Italia, Salvatore Guangi e Iris Savastano, e di Fratelli d’Italia, Giorgio Longobardi, in una nota congiunta firmata anche dall’esponente di Fdi Marco Nonno, dicono: «Ci aspettavamo che oggi in aula si facesse chiarezza. Come opposizioni della città di Napoli chiediamo ci sia data risposta». Nei giorni scorsi si era fatto sentire anche l’ex sindaco Luigi de Magistris, sempre duro con il suo successore: «Manfredi - dice - ha dovuto risarcire l’Università di cui era rettore e ricordo anche che, sotto la guida di Manfredi, l’Ateneo era il principale debitore del Comune per milioni di euro». La consigliera regionale ex Movimento 5 Stelle Maria Muscarà attacca: «Non una parola né dal Pd né dal Movimento 5 Stelle e dalle altre 13 liste che hanno sostenuto il sindaco. Un silenzio che sa di complicità, che stride con le vagonate di appelli all’etica a cui si appellano per puntare il dito sugli altri».  

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