Aeroporto Napoli Capodichino, riparte il dialogo tra Comune e Gesac

Prove di dialogo giovedì a Palazzo Partanna

Roberto Barbieri amministratore delegato Gesac
Roberto Barbieri amministratore delegato Gesac
di Luigi Roano
Martedì 12 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 13 Dicembre, 11:18
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Prove di dialogo e prove di pace quelle tra la Gesac - l'aeroporto di Capodichino - e il Comune dopo due anni di guerra fredda. Non è che le frizioni sulla tassa di imbarco - che vale 10 milioni l'anno per Palazzo San Giacomo e fa parte delle entrate del Patto per Napoli motivo per il quale le parti sono andate innanzi al Tar - o le spinte del Consiglio comunale che accusano i gestori dello scalo di non fare nulla contro l'inquinamento acustico siano dimenticate. E lo stesso discorso vale anche per la discesa in campo di un comitato cittadino molto presente nel dibattito sull'aeroporto tanto da chiederne lo spostamento altrove. Il punto centrale del disgelo sostanziale tra il sindaco Gaetano Manfredi e l'amministratore delegato Roberto Barbieri è lo stesso: lo scalo e il suo sviluppo è essenziale per la crescita della città solo che la nuova aria che tira è che ciascuno ha mostrato disponibilità all'ascolto dei rispettivi punti di vista. Napoli senza aeroporto sarebbe letteralmente dimezzata e tornerebbe indietro di anni e anni. Però vale anche la tesi che lo scalo al quale tutti i napoletani tengono non può svilupparsi senza ascoltare la stessa città. Le prove di dialogo e di pace - in questo contesto - andranno in scena giovedì a Palazzo Partanna la sede dell'Unione industriali e dell'Acen dove si terrà un convegno dal titolo emblematico: «Cresce l'aeroporto cresce il territorio» nel corso del quale sarà presentato uno studio di Nomisma anche questo dal titolo che promette molto: «L'impatto economico e sociale dell'Aeroporto internazionale di Napoli». Per la prima volta allo stesso tavolo ci saranno il sindaco e l'amministratore delegato di Gesac una primizia. Ma anche i numeri uno di Acen e Unione industriali rispettivamente Angelo Lancellotti e Costanzo Jannotti Pecci. Mentre a presiedere i lavori c'è Carlo Borgomeo presidente di Gesac ed Assoaeroporti. È lui, Borgomeo, conoscitore profondo della città e delle dinamiche politiche ed economiche che è riuscito a mattere tutti insieme a Palazzo Partanna i protagonisti. E che Jannotti Pecci e Lancellotti siano della partita è un fatto grosso, così come lo è Pier Paolo Baretta assessore al Bilancio che non figura sulla locandina ma è allo stesso modo un protagonista. Infatti Manfredi, Barbieri, Borgomeo e Baretta si sono visti non molto tempo fa in gran segreto e hanno capito che la prima cosa da fare era ed è lanciare un messaggio di concordia e dunque gettare le basi per una intesa. 

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Concretamente su quali basi si può reggere il dialogo e una eventuale intesa? Cosa significa riconoscere le reciproche ragioni? Il ricorso al Tar fatto da Gesac contro la tassa di imbarco è un fatto che pesa, ma non più come qualche tempo fa.

Premesso che la decisione del Tribunale amministrativo non sembra essere vicinissima la Gesac sembra molto interessata - come il Comune - a non passare per l'azienda che in qualche modo sta contro un pezzo di città, del resto lo scalo di Capodichino produce ricchezza per Napoli con il suo indotto e le centinaia di migliaia di viaggiatori che scarica a Capodichino per tutto l'anno. E Palazzo San Giacomo nemmeno vuole essere l'Ente che appare come qualcosa che rema contro un simile protagonista dell'economia cittadina. In questa chiave il sindaco ha avviato l'interlocuzione per migliorare la collaborazione, predisponendo in particolare nuovi piani in termini di viabilità e accoglienza allo scalo, dove giova ricordare arriverà la metropolitana nel giro di un anno. E la Gesac ha memorizzato che la tassa di imbarco non è un capriccio del Municipio ma una legge dello Stato, appunto il Patto per Napoli. Si chiamano compensazioni reciproche sia materiali che immateriali e la sensazione che al di là di quanto deciderà il Tar - la seduta dell'8 novembre non ha dato esito - la situazione tra le parti volga verso il sereno è concreta. Per esempio Gesac nello studio di Nomisma dimostrerà - questo trapela - non solo l'impatto economico positivo su Napoli in termini anche di posti di lavoro, ma anche che per la lotta contro l'inquinamento sonoro molte cose sono state fatte e ci sarebbe la disponibilità a valutare interventi per insonorizzare uffici, scuole e case che sono sulle rotte degli aerei, un po' quello che è accaduto già al Museo di Capodimonte. Il rumore - nella sostanza - è una delle chiavi per l'intesa. Ne guadagnerebbe la reputazione di Gesac e crescerebbe anche quella del Comune che chiede investimenti dei privati in città ma non può aprirsi anche alle loro necessità. 

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