Prove di dialogo e prove di pace quelle tra la Gesac - l'aeroporto di Capodichino - e il Comune dopo due anni di guerra fredda. Non è che le frizioni sulla tassa di imbarco - che vale 10 milioni l'anno per Palazzo San Giacomo e fa parte delle entrate del Patto per Napoli motivo per il quale le parti sono andate innanzi al Tar - o le spinte del Consiglio comunale che accusano i gestori dello scalo di non fare nulla contro l'inquinamento acustico siano dimenticate. E lo stesso discorso vale anche per la discesa in campo di un comitato cittadino molto presente nel dibattito sull'aeroporto tanto da chiederne lo spostamento altrove. Il punto centrale del disgelo sostanziale tra il sindaco Gaetano Manfredi e l'amministratore delegato Roberto Barbieri è lo stesso: lo scalo e il suo sviluppo è essenziale per la crescita della città solo che la nuova aria che tira è che ciascuno ha mostrato disponibilità all'ascolto dei rispettivi punti di vista. Napoli senza aeroporto sarebbe letteralmente dimezzata e tornerebbe indietro di anni e anni. Però vale anche la tesi che lo scalo al quale tutti i napoletani tengono non può svilupparsi senza ascoltare la stessa città. Le prove di dialogo e di pace - in questo contesto - andranno in scena giovedì a Palazzo Partanna la sede dell'Unione industriali e dell'Acen dove si terrà un convegno dal titolo emblematico: «Cresce l'aeroporto cresce il territorio» nel corso del quale sarà presentato uno studio di Nomisma anche questo dal titolo che promette molto: «L'impatto economico e sociale dell'Aeroporto internazionale di Napoli». Per la prima volta allo stesso tavolo ci saranno il sindaco e l'amministratore delegato di Gesac una primizia. Ma anche i numeri uno di Acen e Unione industriali rispettivamente Angelo Lancellotti e Costanzo Jannotti Pecci. Mentre a presiedere i lavori c'è Carlo Borgomeo presidente di Gesac ed Assoaeroporti. È lui, Borgomeo, conoscitore profondo della città e delle dinamiche politiche ed economiche che è riuscito a mattere tutti insieme a Palazzo Partanna i protagonisti. E che Jannotti Pecci e Lancellotti siano della partita è un fatto grosso, così come lo è Pier Paolo Baretta assessore al Bilancio che non figura sulla locandina ma è allo stesso modo un protagonista. Infatti Manfredi, Barbieri, Borgomeo e Baretta si sono visti non molto tempo fa in gran segreto e hanno capito che la prima cosa da fare era ed è lanciare un messaggio di concordia e dunque gettare le basi per una intesa.
Concretamente su quali basi si può reggere il dialogo e una eventuale intesa? Cosa significa riconoscere le reciproche ragioni? Il ricorso al Tar fatto da Gesac contro la tassa di imbarco è un fatto che pesa, ma non più come qualche tempo fa.