Aeroporto di Capodichino, Napoli promuove l’impianto: «Non va spostato»

Il sondaggio: il 72 per cento dei cittadini lo considera una comodità

L'aeroporto di Napoli
L'aeroporto di Napoli
di Gianni Molinari
Lunedì 23 Ottobre 2023, 23:40 - Ultimo agg. 25 Ottobre, 07:25
4 Minuti di Lettura

Napoli si schiera con l’aeroporto. Un sondaggio di Antonio Noto, commissionato dalla società di gestione dello scalo la Gesac (cinquemila interviste fatte dall’11 al 25 settembre fra i cittadini interessati al sorvolo degli aerei nell’area metropolitana) rivela che il 72% degli intervistati ritiene la posizione dell’aeroporto un vantaggio, il 12 per cento uno svantaggio (per la metà derivato dall’inquinamento acustico) mentre il rimanente 16 non ha un’opinione.

È la risposta della Gesac alle polemiche sull’aumento della tassa d’imbarco («una funzione di carattere compensativo rispetto ai disagi causati dal traffico aereo» era scritto nella delibera) e quelle sollevate anche da dichiarazioni del sindaco, Gaetano Manfredi, e poi alimentate da alcuni consiglieri di maggioranza sui sorvoli della città. Sorvoli sui quali il prossimo 22 dicembre si pronuncerà un giudice monocratico al quale si sono rivolti alcuni cittadini con un ricorso d’urgenza per chiedere la chiusura dell’aeroporto o in subordine il taglio del 50 per cento dei voli. Una polemica che fa dire al presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, che «nessuno può pensare di mettere in difficoltà o in crisi questa infrastrutture». 

Numeri - come quelli presentati ieri che vedremo più avanti - al di sopra di quelle che erano le aspettative degli stessi interessati («La differenza tra ciò che viene detto e ciò che pensano i napoletani» ha commentato l’ad della Geasc, Roberto Barbieri) e che sono stati illustrati ieri all’Unione degli Industriali ad una platea nella quale erano presenti, oltre al padrone di casa Jannotti Pecci, tra gli altri, i presidenti dell’Ance, Angelo Lancellotti, dell’area flegrea degli industriali, Giancarlo Carriero, di Est(ra)Moenia, Ambrogio Prezioso, di Fiavet, Gino Acampora, di Atitech, Gianni Lettieri, dell’autorità portuale, Andrea Annunziata, della Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio, i rettori delle Università Federico II, Matteo Lorito, e dell’Orientale, Roberto Tottoli, i direttor del museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, dell’Arpac, Stefano Sorvino, dell’Enac per Campania e Calabria, Carlo Marfisi, l’ad del Pastificio Di Martino, Giuseppe Di Martino e lo scultore Lello Esposito. 

Ai napoletani, è evidente, piace avere la possibilità di raggiungere l’aeroporto in pochi minuti (tanto che il 60% degli intervistati è contrario a un’eventuale ipotesi di delocalizzazione oltre 50 chilometri e il 23% favorevole) anche se il livello di preoccupazione per il rischio incidenti è elevato (molto o abbastanza al 39%, a fronte di un 52% poco o per nulla e nove senza opinione), mentre il 91% tollera il rumore degli aerei (37% è sopportabile, 54% per nulla infastidito), ma anche preoccupato per l’inquinamento atmosferico (54% molto e abbastanza a fronte del 40 poco o per nulla) anche se la percezione dell’impatto dello scalo sulla qualità dell’aria è ritenuta nulla o minima dal 51% degli intervistati (il 30 ritiene che invece è molto e il 19 non ha un’opinione).

Dal sondaggio emerge, inoltre, con chiarezza la consapevolezza dell’impatto economico dell’aeroporto tanto che il 94% lo considera positivo per l’aumento del turismo e il 92% per lo sviluppo dell’economia. 

 

Ma qual’è il punto di equilibrio tra aeroporto e città? «Sappiamo di essere nella città e lavoriamo ogni giorno per mitigare l’impatto - spiega Barbieri - da un lato incentivando le compagnie aeree a usare aerei nuovi (l’80% di quelli che fanno scalo a Capodichino) e con coefficienti di riempimento più alti tanto che se la crescita dei passeggeri negli ultimi 16 anni è stata del 90%, il numero dei voli è cresciuto solo del 16%: cioè sono arrivati aerei pieni.

L’altro fronte è quello delle misure attive: abbiamo le certificazioni più alte al mondo per le emissioni di Co2 e siamo tra gli aeroporti meno rumorosi». 

Video

Ma è il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, a indicare la via della compatibilità: il dialogo. «I nomi parlano - ha detto - Capodimonte e Capodichino: abbiamo gli aerei sulla testa, con Gesac abbiamo studiato e messo in pratica una serie di misure di attenuazione. A cominciare dai vetri speciali per la palazzina degli uffici, impiegando le possibilità offerte dai bonus, e anche studiando insieme le rotte («Sono stato sulla torre di controllo» ricorda)». Poi incalza: «Non c’è nessuna prova del passaggio degli aerei sulla qualità della nostra aria, né alcun effetto del sorvolo sulle nostre opere d’arte». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA