Stupro al parco Verde di Caivano, De Luca: «È l'inferno in terra, serve un anno di assedio militare»

La resa del governatore: «Ammettiamolo, al Parco Verde lo Stato non esiste»

ll murales al Parco Verde
ll murales al Parco Verde
Martedì 29 Agosto 2023, 13:47 - Ultimo agg. 23:05
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Caivano è «un inferno in terra», bisogna «istituire uno stato d'assedio vero e proprio militare». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando lo stupro di gruppo subito da due ragazzine.

«È un'espressione forte - ha detto - ma non riesco a trovarne un'altra. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, nonostante l'impegno di forze dell'ordine estremamente limitate. Serve uno stato d'assedio come si fa quando mandiamo i reparti militari nei luoghi di guerra. Dobbiamo decidere che per un anno bisogna togliere l'aria ai delinquenti che trafficano in droga». 

«Caivano è l'inferno in terra - ha aggiunto De Luca rispondendo a margine di una conferenza stampa - ma questo lo sapevamo già da quando hanno scaraventato dall'ultimo piano la piccola Fortuna dopo averla violentata. Anche allora è passata la prima ondata di emozioni, per questo non ho voluto neanche parlarne in questi giorni.

Sono stato in silenzio - ha detto - per alcuni giorni per non unirmi al coro delle solidarietà pelose che sono diventate per me insopportabili».

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«Avremo domani mattina - ha annunciato - un incontro con il commissario di governo al Comune di Caivano e con i dirigenti scolastici per mettere a punto un ulteriore programma di intervento su Caivano, avendo la Regione Campania fatto da supplenza ad altre istituzioni. Ricordo che le due istituzioni competenti sui problemi di Caivano sono il Comune e il governo nazionale dal punto di vista della sicurezza».  

«È stato devastante l'effetto diseducativo di alcune trasmissioni televisive che riguardavano il fenomeno della camorra. Abbiamo un'intera generazione che si veste come quelli che hanno visto nei telefilm, che parla come i protagonisti degli sceneggiati, che hanno gli stessi tatuaggi, lo stesso linguaggio gergale, è una cosa devastante - continua De Luca, - c'è un'esplosione di sessuofilia sui social, con giovanissimi alle prese con immagini sconvolgenti». «Ci sono famiglie - ha aggiunto De Luca - a metà intimidite e a metà devastate in tanti territori e dunque sicuramente c'è un problema culturale, ha ragione il ministro Piantedosi. Un problema culturale che riguarda i modelli culturali che abbiamo trasmesso ai giovani di Caivano, ma non solo di Caivano». 

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