Fondi Ue bloccati, De Luca: «In Campania 200 Comuni sono a rischio dissesto»

«Rischiamo di aprire anche sulle Zes un contenzioso amministrativo»

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca con la commissaria Ue Elisa Ferreira
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca con la commissaria Ue Elisa Ferreira
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 5 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 07:26
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«Se non arrivano i fondi c'è il rischio che oltre 200 comuni in Campania vadano in dissesto». È l'allarme che lancia il governatore Vincenzo De Luca, ieri mattina, in audizione in Commissione Bilancio per l'esame del dl 124/2023 sulle disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno (il cosiddetto decreto Sud). Allarme che rilancia anche nel pomeriggio a margine di un incontro, con la commissaria Ue per le Politiche di coesione Elisa Ferreira, per discutere proprio dei progetti di sviluppo regionale e la programmazione delle risorse europee 2021-2027. Anche se la Ferreira si tira fuori dalle polemiche: «Non posso commentare vicenda di politica interna. Mi auguro solo che si prendano decisioni che non pregiudichino il buon uso dei fondi. E che - aggiunge - i giovani non siano costretti ad emigrare». 

«È grave che non siano stati sbloccati 1 miliardo e 300milioni di euro circa previsti nell'accordo con l'Unione europea per i fondi complementari.

Il blocco di questi fondi significa che i Comuni che non portano a termine le opere entro dicembre 2023 devono finanziare con i fondi di bilancio quello che non hanno completato: E in Campania questo significa il dissesto certo per 200 Comuni e la mancanza di circa 400 milioni di euro per completare gli interventi», spiega De Luca a Roma durante la sua audizione. E aggiunge: «Il fondo complementare della Campania lo avevamo deciso esattamente per questo: per dare una mano ai Comuni perché per contratto le amministrazioni comunali che non completano le opere con i fondi Ue, entro quest'anno, devono coprire con fondi di bilancio».

Non solo fondi complementari perché l'ex sindaco di Salerno in commissione rilancia la mancata erogazione dei fondi Fsc. Una battaglia che porta avanti con vigore da diverse settimane.

«Su questo punto registriamo un anno di ritardo. Il decreto è la negazione della semplificazione perché complica tutto e determina una perdita di tempo sconcertante. Da un anno, 21 miliardi euro sono bloccati, per la Campania - analizza - si tratta di 5 miliardi e 600 milioni di euro. Per fare un esempio concreto, gli interventi che dovessero essere necessari per l'area del bradisismo di Pozzuoli sulla viabilità o sull'assetto del territorio non hanno ad oggi nessuna copertura finanziaria». 

L'audizione di ieri mattina però è anche l'occasione per De Luca di criticare, davanti a tecnici e parlamentari, tutto l'impianto organizzativo delle risorse Ue messo in piedi dal governo di centrodestra. A suo parere con la cabina di regia si verrebbe a creare un imbuto: per l'impossibilità di affrontare molteplici e delicate materie. «Francamente rimango colpito dalla quantità di competenze, di responsabilità concentrate su un'unica persona che dovremmo immaginare sia un misto - ironizza - tra Leonardo da Vinci, Pico della Mirandola, Giolitti, De Gasperi. In capo alla presidenza del Consiglio c'è la cabina di regia per le aree interne, la cabina di regia per le Zes, la cabina di regia per i fondi sviluppo e coesione. Dunque abbiamo concentrato in un solo punto Affari europei, Sud, Politiche di coesione, Pnrr, aree interne, agenzie per la coesione. Io faccio fatica a capire chi dovrebbe seguire tutta questa materia». Poi rincara: «Le cabine di regia sono la camera a gas della Pubblica amministrazione, alto rischio contenziosi, dissesto dietro l'angolo per i comuni». 

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Nel mirino, in particolare, finisce il ministro Fitto, che cita (a Napoli) per le Zes: «Un piano strategico nazionale delle Zes che deve individuare i settori da promuovere e gli interventi prioritari: mi ricorda i piani quinquennali dell'Unione Sovietica. Non so se sono ancora in vigore nella Cina popolare o nella Corea del Nord di Kim Jong-un», rincara sempre in audizione prima di lanciare un altro allarme: «Rischiamo di aprire anche sulle Zes un contenzioso amministrativo e presso la Corte costituzionale perché stiamo parlando di materia che è concorrente ma anche su questo le Regioni vengono escluse».

Infine una volta tornato a Napoli loda il lavoro del Ministro per la Protezione civile: «C'è stato un confronto qualche ora fa con il Musumeci, che ci ha sottoposto la bozza del decreto. Credo che sia un decreto serio. Il ministro sta lavorando seriamente a livello di protezione civile. Speriamo - conclude - solo di non doverlo utilizzare». 

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