«La normativa che ha istituito l'ufficio per il processo ha previsto che i professionisti reclutati sulla base delle risorse predisposte dal Pnrr non fossero obbligati alla cancellazione dai rispettivi albi professionali. Tra tali figure rientrano gli avvocati, che hanno partecipato al concorso, risultando in gran numero vincitori, e maturando la legittima aspettativa al mantenimento del proprio status professionale, cumulandola con l'incarico di addetti all'UPP. Apprendiamo pertanto con sgomento che nella giornata di ieri il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha annunciato un prossimo intervento normativo, volto ad introdurre l'incompatibilità tra lo status di avvocato e quello di addetto all'ufficio per il processo, motivando tale futura norma con il carattere dell'impiego a cui ci accingiamo a dare inizio». Lo afferma l'avvocato Rossella Rigitano, presidente Comitato “avvocati in movimento per l'ufficio per il processo”.
«Va in primo luogo chiarito che un'incompatibilità introdotta con atto normativo successivo a quello che ci ha concesso la permanenza nell'Ordine Forense apparirebbe una lesione gravissima dei nostri interessi e dei nostri diritti. Contro una tale norma pertanto, ci riserviamo fin da ora tutte le iniziative tese a tutelarci.
Va inoltre evidenziato che l'impiego a cui ci accingiamo a prestarci è a tempo determinato, non consentendoci di accettare sic et simpiciter la ventilata incompatibilità, che comporterebbe, ex lege, la necessaria cancellazione dal nostro albo, in quanto una tale impostazione ci esporrebbe alla scelta tra un impiego temporaneo e lo status professionale da noi faticosamente conquistato.