Spirito di Napoli, lo scudo dell'Unesco: «Tutelata dal turismo di massa»

La direttrice Azoulay: «Nella gestione bisogna coinvolgere le comunità locali»

Audrey Azoulay a Napoli
Audrey Azoulay a Napoli
di Luigi Roano
Mercoledì 29 Novembre 2023, 23:53 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 07:27
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«Napoli è una città straordinaria dove niente si cancella, tutto si conserva, una città porosa: è questo lo spirito di Napoli cioè una città sempre in movimento». Così la direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay chiude la tre giorni napoletana a Palazzo Reale sulla tutela dei centri storici, del patrimonio materiale e immateriale e dalla turistificazione. A Palazzo reale si scrive la costituente del nuovo corso dell’Unesco e il titolo è appunto “Lo spirito di Napoli”. La sostanza del ragionamento della direttrice Unesco è che patrimonio materiale e immateriale devono essere interconessi un indirizzo mai dato dall’Unesco le due questioni, quella materiale cioè i monumenti, e quella immateriale vale a dire l’identità hanno sempre viaggiato su binari paralleli e mai si sono incontrati. Il pressing italiano dei ministri Sangiuliano e Tajani e del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi unito alle quello dei 200 delegazioni di tutto il mondo ha dunque avuto effetto. La Azoulay per la prima volta - e a pranzo il sindaco Manfredi e Sangiuliano l’hanno molto pressata sul tema della turistificazione - è netta sull’argomento: «Dobbiamo potenziare le nostre azioni per ridurre l’impatto del cambiamento climatico, proteggere meglio il patrimonio dal turismo di massa che priva la popolazione stessa, le comunità locali, di godere della cultura e dell’identità cioè il loro stesso patrimonio culturale. Serve un turismo più morbido». Insomma la missione che si sono dati l’Italia e Napoli è stata centrata dal punto di vista politico ora però serve che i Governi facciano la loro parte.

Ed è la questione sulla quale batte forte Gaetano Manfredi: «Sono stato a colloquio con la direttrice Azoulay che mi ha manifestato le sue impressioni dopo aver visitato Napoli, è rimasta colpita dalle bellezze ma dalla capacità di vivere il valore monumentale senza perdere identità popolare che si tocca con mano». Per il sindaco però perché Napoli e altre città storiche restino tali cioè con lo spirito giusto servono azioni concrete: «Lo “Spirito di Napoli” riflette la combinazione tra valore materiale e immateriale dei beni culturali, della maggiore attenzione ai cittadini e alle comunità sia nella gestione dei beni culturali, come il quartiere Sanità, che ha colpito i delegati Unesco come modello di gestione partecipata, sia dal punto di vista del rispetto delle tradizioni e degli usi locali, un tema sentito a livello globale. È la linea politica che Unesco darà nei prossimi anni».

Il sindaco esce allo scoperto e in trasparenza chiede al Governo cosa serve realmente per cambiare passo e contrastare la turistificazione: «Con la direttrice Azoulay abbiamo discusso di come sia indispensabile che ci siano indirizzi più forti dell’Unesco verso gli Stati membri per fare in modo che ci siano strumenti di gestione più efficaci che consentano un buon governo dei beni culturali e dei centri storici e attraverso i quali si riesca a creare un buon bilanciamento tra le giuste politiche economiche dei beni culturali e la tutela del patrimonio immateriale e della vivibilità dei centri storici».

 

Per Manfredi «il mercato funziona quando è regolamentato altrimenti le cose non funzionano».

Sul tema specifico dell’accoglienza e della turistificazione l’ex rettore ha le idee chiare: «Stiamo lavorando sull’idea di una regolazione dell’accoglienza e mi riferisco a b&b e case vacanze. Stiamo studiando l’esperienza di Firenze e la sua robustezza giuridica, ma crediamo sia più opportuno che sul tema della residenzialità sia varata una norma nazionale di tutela che aiuti e dia strumenti ai Comuni per avere un giusto bilanciamento delle funzioni. Ci servono a mio avviso nuove regole che abbiano maggiore robustezza e che possono arrivare dagli Stati sovrani. Su questo gli indirizzi decisi dell’Unesco possono darci una grande mano». Quindi il sindaco fa il bilancio della tre giorni napoletani dell’Unesco e del suo impatto sulla città: «Oltre 150 delegati di Paesi hanno visitato la nostra città».

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La Conferenza Unesco ha rappresentato un contributo molto importante dal punto di vista dell’immagine internazionale di Napoli». Manfredi è visibilmente soddisfatto: «Abbiamo voluto che si vedesse la città non solo nelle sue parti monumentali ma nella vita quotidiana con i pregi, le difficoltà di gestione, i problemi di ogni giorno perché la città è fatta dalle persone che costituiscono un valore aggiunto non è un museo».

Il riferimento è al tour dei delegati che hanno sì visitato i monumenti facendo una esperienza immersiva, ma anche toccato con mano il degrado e le difficoltà nella gestione stessa dei monumenti spesso chiusi perché non ci sono fondi pèe rla gestione e la manutenzione. La chiusura tocca ancora alla direttrice dell’Unesco: «Napoli è un tesoro che incarna l’Unesco, ha saputo conservare la sua memoria con gli archivi, ho visitato quello della Fondazione Banco di Napoli per poi passare direttamente al Caravaggio e ad altre meraviglie. Ringrazio Napoli per questo suo spirito».  

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