Regionali Campania 2020, Maresca detta le condizioni: «Non prendo ordini dai partiti, il mio impegno è sul campo»

Regionali Campania 2020, Maresca detta le condizioni: «Non prendo ordini dai partiti, il mio impegno è sul campo»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 26 Maggio 2020, 10:00 - Ultimo agg. 12:25
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C'è chi lo candida al Comune di Napoli, chi l'ha già candidato alla Regione Campania. Tutti lo tirano per la giacchetta, anche perché gode di un consenso popolare e sui social network straordinario. I sondaggi, poi, parlano di un forte radicamento sul territorio. Lui, però, il magistrato Catello Maresca, è una sfinge: resta al suo posto, fermo. Osserva. Medita. «Non ero abituato a tanta attenzione», dichiara al Mattino. Forte, tuttavia, di una visibilità che negli anni si è saputo conquistare grazie al lavoro di inquirente, Maresca non è soltanto l'icona della lotta alla camorra, non solo il pm dell'Antimafia che riuscì a stringere il cerchio intorno a pericolosissimi boss del clan dei Casalesi. No. Lui è stato colui che ha sollevato insieme a Nicola Gratteri e Nino Di Matteo lo scandalo legato alle scarcerazioni dei mafiosi e dei delinquenti al 41 bis graziati dalla emergenza carceraria legata al Coronavirus.

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Come nasce questa decisione di proporre la candidatura per la Regione?
«Premetto che non ho proposto alcuna candidatura. Ho solo registrato con grande soddisfazione che attorno alla mia persona si sta formando una mobilitazione civile enorme, che mi riempie di orgoglio. E questo affetto e consenso è arrivato non solo per il mio impegno in magistratura, ma anche a seguito di mie decise prese di posizione contro le scarcerazioni di mafiosi. La gente comune, da quel che leggo, ha apprezzato il mio impegno contro la criminalità organizzata. Un impegno che va anche oltre la professione di magistrato ed arriva, cercando di seguire l'insegnamento di Falcone e Borsellino, nelle scuole, nelle Università e tra la gente. Ai tanti gruppi nati sulla rete, alle tante associazioni di volontariato, alle categorie professionali che mi mostrano affetto e mi incitano dico grazie. Non ultimo, grazie all'associazione Arti e Mestieri, che ho contribuito a fondare, impegnata nei quartieri difficili per cercare di scongiurare l'abbraccio mortale con le mafie di giovani e persone perbene in grave difficoltà economiche e sociali.

Insomma lei scende nell'agone della politica.
«In senso lato parliamo anche di politica. Un'idea fondata non solo sulla competenza ma sulla concreta dimostrazione di capacità operativa, professionalità ed efficacia. Il modello che mi piace rappresentare è quello in cui lo Stato vince sempre. Del resto l'esperienza giudiziaria dimostra che dove non arriva lo Stato, il vuoto viene coperto dalle mafie».

Resta aperto il discorso dei termini di sei mesi per la presentazione, come previsto per le elezioni politiche, o cambia qualcosa? L'ultima parola spetterà al Csm?
«Rispondo a titolo accademico. Dovrei dirle che siccome non sono candidato a nulla non ho richieste da fare al Csm. In ogni caso l'obbligo di mettersi in aspettativa sei mesi prima delle elezioni, per quanto mi risulta, vale per le elezioni politiche e non per quelle degli enti locali. Resta inteso che è sempre l'organo di autogoverno della magistratura che in questi casi deve dire l'ultima parola».

Ora ovviamente lei dovrà mettere in piedi una lista. Concorrerà sotto le insegne di un partito politico nazionale?
«Lista? Partito? Stiamo correndo troppo. Fino a qualche settimana fa non avrei neanche lontanamente immaginato di poter ipotizzare un mio imminente impegno politico. Anzi, da un po' di tempo a questa parte ogni giorno apro i giornali e leggo di una mia possibile candidatura. La cosa è interessante. Va a finire che a furia di candidarmi quasi quasi mi avete convinto. Scherzo, ovviamente».

E fuori dagli scherzi?
«Quello che posso dire è che da servitore dello Stato, la mia stella polare è sempre quella di portare avanti le battaglie di legalità che comportano necessariamente anche sviluppo economico e tutela della salute delle persone. Le faccio un esempio di interazione tra apparati diversi dello Stato che possono restituire dignità e speranze a popolazioni in difficoltà. Se io e i miei colleghi magistrati arrestiamo i boss del clan dei casalesi, se noi sequestriamo e confischiamo a questi mafiosi il frutto delle loro attività criminali, abbiamo fatto semplicemente il nostro dovere. Il problema è che dopo i magistrati c'è bisogno di chi i beni dei mafiosi davvero li restituisca alla collettività, occorre che lo Stato vada in quel territorio e porti lavoro, sviluppo, speranza in un futuro senza più la cappa asfissiante della mafia. Lo Stato è una squadra e tutti lavoriamo per vincere».

Ma insomma, lei ha avuto modo di sentire Berlusconi, Salvini, Zingaretti o Di Maio o per caso de Magistris?
«No. Non ho difficoltà a dirle che non ho avuto contatti con nessun esponente di partito».

Eppure qualche giorno fa Mara Carfagna ha avuto nei suoi confronti parole di grande apprezzamento, sostenendo che la candidatura di Maresca sarebbe stata quella di un nome autorevole per il centrodestra.
«Come le ho detto non ho avuto contatti con nessun esponente di partito né tanto meno con l'onorevole Carfagna, che ebbi modo di incrociare in un convegno al Palazzo di Giustizia di Napoli ad inizio anno. Questo anche è il motivo per cui devo con amarezza constatare come ci siano state troppe fughe in avanti, tentativi di mettere il cappello su una operazione che fino ad oggi è solo della società civile. Tali atteggiamenti non hanno mai fatto parte del mio modo di pensare, né rappresentano un buon inizio rispetto ad una mia personale e convinta idea di politica assolutamente diversa».

Dunque lei non diventerà mai l'emblema di un partito.
«Mai. La mia storia di magistrato antimafia, il mio ruolo istituzionale, il mio percorso di impegno civile e la mia onestà intellettuale lo esigono prima di ogni altra cosa. Non sono disponibile ad accettare in alcun modo strumentalizzazioni sul mio nome».

Ora però dovrà lavorare per proporre un programma.
«Le ripeto che non ho nessun programma da dover fare.

Il mio modo di operare mi ha insegnato ad affidarmi a persone competenti qualificate e con professionalità dimostrata sul campo. Per essere governata, la Campania ha necessità di una grande squadra e richiede l'impegno delle migliori competenze di questo territorio. Servono regole chiare e risposte immediate su temi sempre caldissimi: lavoro, occupazione, sicurezza e ambiente. I cittadini meritano un futuro più roseo e senza incertezze».

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