Teatro San Carlo di Napoli, Manfredi rassicura: «C'è il ministero a vigilare»

Teatro San Carlo di Napoli, Manfredi rassicura: «C'è il ministero a vigilare»
di Luigi Roano
Lunedì 24 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 16:32
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«De Luca lo sento sempre, ma quello che conta è salvare il Teatro, istituzione secolare della città». Il sindaco Gaetano Manfredi dopo le tre mosse per mettere in sicurezza il San Carlo - 2 milioni dalla Città metropolitana, l'ingresso della Camera di Commercio nel Consiglio di indirizzo e accordi triennali con sponsor di peso come gruppi assicurativi e banche - torna a parlare della sorte del Massimo napoletano. La notizia è che il dialogo con il governatore Vincenzo De Luca è aperto. La guerra del San Carlo è scoppiata giovedì scorso in Consiglio di indirizzo quando la Regione ha annunciato oltre al taglio di 4 milioni già effettuato lo stop di altri 7, cioè la quota dei soci fondatori e l'ente di Santa Lucia lo è. In Consiglio la Regione ha chiesto la defenestrazione del sovrintendente Stéphane Lissner e del direttore generale Emmanuela Spedaliere nominata proprio dal sovrintendente. Venerdì De Luca su fb ha esplicitato l'attacco annunciando un ricorso alla Corte dei Conti per lo stipendio della Spedaliere e la richiesta di un parere di regolarità della nomina al ministero dei beni culturali, altro socio fondatore del Teatro.

La situazione è complicata ma Manfredi tiene botta: «Il San Carlo - dice - è un organo vigilato dai Beni culturali, ha un collegio di revisori nominato dalla Corte dei Conti, dal Mef e dal ministero per i Beni culturali.

Quindi, se ci sono problemi come quelli evidenziati, le autorità di controllo li valuteranno e, se emergeranno irregolarità, interverremo». Sul suo rapporto con De Luca racconta: «Sento sempre il presidente della Regione, la questione va affrontata in termini istituzionali. Il nostro obiettivo è salvaguardare un'istituzione ultrasecolare, forse la più grande che abbiamo nella nostra città. Chiunque ha ruoli di responsabilità li ha per un periodo limitato quello che conta è l'Istituzione e dobbiamo sempre perseguire la trasparenza nella gestione». Nella sostanza, per Manfredi, le opinioni personali su qualcuno sono un fatto, ma non devono incidere sul ruolo istituzionale che si ricopre fosse quello del sindaco, di governatore o, in questo caso, anche il sovrintendente. La settimana che sta iniziando potrebbe essere determinante per capire come finirà la guerra del San Carlo. Perché il governatore se non lo ha già fatto, farà partire oggi la richiesta di parere di legittimità al Ministero sulla nomina della Spedaliere. E sullo stesso Lissner che l'ha fatta la nomina. Si tratterebbe di un terzo parere da parte del Ministero. Perché il Mibac si è espresso positivamente quando ci fu la nomina nel 2020. All'epoca anche la Regione con il capo di gabinetto De Felice non si oppose. Il dossier Spedaliere ha già avuto anche il via libera del Collegio dei Revisori dei conti del Teatro che come ha ricordato Manfredi è espressione del Mibac, del Mef e della stessa Magistratura contabile. Ora la Regione ci riprova perchè avrebbe in mano nuovi documenti da sottoporre ai tecnici del Mibac.

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Come reagirà la Regione se da Roma arrivasse il terzo semaforo verde alla nomina della Spedaliere? La Spedaliere, va ricordato, è una interna del San Carlo ed è assunta a tempo indeterminato. Mentre Lissner che guadagna 240mila euro lordi l'anno scade nel 2025. De Luca, se ci fosse questa evenienza, cioè la conferma di sovrintendente e dg ha dichiarato che è pronto a tirare fuori la Regione dalla Fondazione. E probabilmente quando Manfredi ricorda che «la questione va affrontata in termini istituzionali», si riferisce proprio a questa possibilità fatta trapelare dalla Regione. 

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