Museo Madre, riprende il ciclo "Costruire comunità"

Gli incontri a cura di Monica Coretti sono dal 22 marzo al 19 giugno. Si parlerà di arte e di genere

Museo Madre, riprende il ciclo "Costruire comunità"
Museo Madre, riprende il ciclo "Costruire comunità"
Mercoledì 20 Marzo 2024, 13:05 - Ultimo agg. 22 Marzo, 12:31
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Quello che serve all’arte, a una città, a trovare idee e risorse, e un modo per concepire il mondo che verrà? “Costruire comunità”, il titolo del ciclo di incontri organizzati dal museo Madre, a cura di Monica Coretti.

Tre appuntamenti con quattro protagonisti del mondo dell’arte contemporanea: il 22 marzo Davide Quadrio, direttore del MAO, museo d’Arte Orientale di Torino e di Arthub Shanghai-Hong Kong, il 23 maggio gli artisti Luca Bertolo e Chiara Camoni e infine il coreografo Alessandro Sciarroni, il 19 giugno. Gli incontri si tengono in sala Madre dalle 18 alle 19.30, con ingresso libero fino a esaurimento posti.

Visioni, suggestioni, riflessioni. Uno dei temi portanti della rassegna è quello del genere. Come spiega la curatrice: «Oltre a portare alla luce il contributo sempre taciuto delle donne, è importante anche mostrare le buone pratiche maschili che si sono andate manifestando negli anni recenti. Il modello patriarcale, molto interiorizzato da entrambe le parti, ha danneggiato anche gli uomini in molti e diversi modi».

Gli ospiti degli incontri, sottolinea Coretti, «cercano di sfatare luoghi comuni e pregiudizi, mettono insieme mondi diversi, creano circolarità, non hanno una visione egotica, ma espansa, nel senso che si confrontano con linguaggi artistici diversi, amano lavorare in maniera partecipata, si confrontano con l’esterno e portano ricchezza all’interno costruendo ponti.

Insomma, costruiscono comunità».

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Quadrio, originario del varesotto, è il primo ospite della rassegna e ha già collaborato col museo Madre in occasione del public program legato alla mostra Kazuko Miyamoto. Laureato in lingue e letterature orientali all’università Ca’ Foscari a Venezia, è vissuto in Oriente per più di trent’anni. Dopo un soggiorno come ricercatore di storia dell’architettura a Labrang, un monastero buddista ai confini tra la Cina e il Tibet, si è stabilito a Shanghai lavorando nel mondo dell’arte contemporanea. Nel 1998 ha creato e diretto insieme a un team internazionale, per una decina di anni, BizArt Center, il primo laboratorio artistico indipendente no-profit in Cina.

 

Nel 2007 ha creato, e ne è tuttora direttore, Arthub, una piattaforma no-profit, con sede a Shanghai e registrata a Hong Kong, per diffondere e creare arte contemporanea e il cui obiettivo è di proporsi come mediatore culturale tra artisti dell’Asia e del resto del mondo attraverso la produzione di opere, di pubblicazioni, mostre e attività educative. Ha curato la sezione di arte contemporanea dell’Aurora Museum di Shanghai - il museo di arte contemporanea costruito da Tadao Ando, con le collezioni di arte antica cinese più impressionanti al mondo - organizzando mostre e scambi culturali. In Italia e in Europa ha curato molte mostre in musei prestigiosi tra cui il Van Abbemuseum e la Galleria Borghese tra gli altri. Oggi è visiting Professor allo Iuav a Venezia e da due anni è il direttore del MAO, Museo di Arte Orientale di Torino.

Bertolo, artista milanese, dopo gli studi di matematica e il suo impegno politico si dedica all’arte. Ha vissuto a Londra, a Berlino, a Vienna. Ha scelto come proprio strumento espressivo la pittura, “che conserva una dimensione artigianale”, per esprimere parti di sé che eccedono le parole. Tuttavia la sua ricerca non rinuncia alla scrittura, pubblica infatti negli anni numerosi testi sull’arte e sugli artisti. Bertolo ha recentemente tradotto e scritto una postfazione al libro di James Elkins, Lo strano posto della religione nell'arte contemporanea (Johan & Levi, 2022). La sua fiducia nella funzione formativa dell’arte, la sua capacità di ascolto e di rispetto degli altri, fanno di lui un professore molto amato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. In questo momento sta preparando un’importante retrospettiva al CEAAC di Strasburgo.

Camoni, scultrice piacentina, dopo la laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera collabora per alcunianni con l’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali di Napoli e, da artista, lavorerà accanto ad agronomi, biologi, botanici, erboristi. A Napoli è stata anche invitata a tenere cicli di conferenze sul rapporto tra arte antica e magia presso la sezione didattica del Museo Archeologico Nazionale. La pratica interdisciplinare nelle forme e nei mezzi artistici il confronto con altre discipline del sapere, l’amore per le piante e gli animali, la peculiarità del disegno, la passione per l’archeologia saranno e sono la cifra dell’espressione artistica della Camoni che è capace di leggere il presente attraverso il passato interpetrando il linguaggio della natura in maniera delicata e poetica. Le sue opere fanno pensare all’onirico, alla magia, al mistero, all’infanzia: i piani di lettura si moltiplicano, lasciando spazio allo spettatore. È attualmente in corso all’Hangar Bicocca di Milano una sua retrospettiva il cui titolo potrebbe essere una filastrocca: Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse. Chiara Camoni lavora spesso in casa insieme alle persone che le sono più vicine, in gruppi estemporanei che poi compaiono nelle sue opere con il nome Centro di Sperimentazione.

Sciarroni, marchigiano, attento alle cosmogonie, ai movimenti del corpo, alle danze tradizionali che fa ri-vivere è, come detto nelle motivazioni al Leone d’oro alla carriera di cui è stato insignito nel 2019, “il direttore d’orchestra dei danzatori”. I suoi lavori sono spesso ispirati da opere di artisti di discipline diverse (la fotografa Diane Arbus, solo per citarne una) e sono stati presentati in festival di danza e teatri contemporanei, musei e gallerie d’arte, così come in spazi non convenzionali. Spesso utilizza tecniche e pratiche derivanti da altre discipline come il circo e lo sport. Oltre al rigore, alla coerenza e alla nitidezza di ogni creazione, i suoi lavori tentano di disvelare, attraverso la ripetizione di una pratica fino ai limiti della resistenza fisica degli interpreti, le ossessioni, le paure e la fragilità dell’atto performativo, alla ricerca di una dimensione temporale altra, e di una relazione empatica tra spettatori e interpreti. Le sue creazioni sono state presentate in tutta Europa, in Nord e Sud America, Medio Oriente e Asia. È artista associato del CENTQUATRE-PARIS e della Triennale Milano Teatro. 

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