Alice nella città, la rassegna collaterale della Festa del Cinema di Roma con il documentario ​«Un Milione di italiani (non sono italiani)»

Alice nella città, la rassegna collaterale della Festa del Cinema di Roma con il documentario «Un Milione di italiani (non sono italiani)»
Martedì 11 Ottobre 2022, 19:11
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«Un Milione di Italiani (non sono italiani)» è tra i cortometraggi selezionati dalla giuria della XX edizione di Alice nella Città - rassegna collaterale e autonoma della Festa del Cinema di Roma (13 - 23 ottobre 2022) - nella sezione «cortometraggi eventi speciali». Il documentario musicale verrà proiettato, in anteprima World Première, il 16 ottobre (ore 12.00) all’Auditorium di Via della Conciliazione. Con la regia di Maurizio Braucci, che ne firma sceneggiatura e soggetto, il cortometraggio racconta in musica, attraverso la storia di due giovani artiste di talento nate e vissute a Napoli, ma non ancora italiane fino alla maggiore età, il tema politico abbastanza controverso e di grande attualità dello ius soli. Il titolo del corto nasce infatti dal dato statistico per cui circa un milione di giovani nati in Italia non hanno diritti fino al compimento del 18° anno di età (e a volte nemmeno dopo).

Il corto vuole essere una sorta di campagna di promozione a sostegno di una legge finalmente basata sul principio dello ius soli, per il quale chi nasce e cresce in Italia ha diritto alla cittadinanza italiana, indipendentemente dalla provenienza dei genitori.

Un documentario musicale sulla vita reale dei figli italiani di genitori stranieri, in cui le immagini e i suoni ci ricordano che la musica ha radici che vanno oltre i confini degli uomini e almeno nella buona musica qualsiasi forma di razzismo non ha spazio. Un milione di italiani (non sono italiani) è prodotto da Arrevuoto – Teatro Cinema e Pedagogia e Dedalus - Officine Gomitoli, Associazioni che da anni si occupano di sociale a Napoli molto radicate sul territorio, in collaborazione con Parallelo 41. Maurizio Braucci – regista del corto: «Quando mi hanno proposto di lavorare a un cortometraggio per promuovere il principio dello ius soli, ho iniziato a incontrare tanti giovani italiani di seconda generazione per farmi raccontare la loro condizione.

In loro ho trovato talenti e intelligenze che mi sembrava riduttivo raccontare solo come quelli di giovani figli di stranieri, erano Persone. Quando ho scelto le due attrici, Sara e Fatima e le ho sentite cantare, ancora di più mi sono detto che era assurdo raccontarle perché erano di famiglia straniera. Così mi sono limitato a mettere in scena dei momenti della loro vita quotidiana, con le musiche di due canzoni che raccontassero l’assurdità di come funziona in Italia l’acquisizione del diritto di cittadinanza. E’ nata così l’idea di far ri-arrangiare un classico della canzone napoletana, una canzone che Sara cantava spesso.

‘Era de maggio’ in napoletano, singalese e wolof è un inno alla fratellanza, ed è la prova che si può dire ‘core’ in tre lingue diverse ma il ‘cuore’ resta unico. Questo corto è una sorta di lavoro politico e sociale con cui cercare di far riflettere su quanto la legge italiana attuale sulla cittadinanza sia superata e limitata e che resta in vigore solo perché si gioca sulle paure della gente verso il cambiamento e la diversità. Io e i miei amici siamo a favore della tradizione ma siamo contro i tradizionalisti e il nostro piccolo film lo racconta».

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