Da domani attende turisti e napoletani nel suo Castel dell'Ovo: la Sirena Digitale, installazione oleografica, da progetto di ricerca ad attrazione identitaria, si illumina e canta sull'isolotto di Megaride, dove secondo la leggenda Partenope si trasformò in divinità e corpo della città di Napoli. Dopo il debutto al Museo archeologico nazionale, ora il prototipo dell'artista digitale, che interpreta il repertorio della canzone classica napoletana in versioni multilingue, ha trovato casa proprio nella sala Sirena del Castello.
L'iniziativa è nata con il Comune di Napoli, in intesa con il sindaco Gaetano Manfredi, l'assessora al turismo Teresa Armato e con l'assessora alla ricerca, all'innovazione e alle startup della Regione Campania, Valeria Fascione. «Sarà possibile allestire performance olografiche nei teatri, nei parchi archeologici, durante i concerti, o ancora negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o marittime - spiega Lello Savonardo (coordinatore scientifico del progetto per il dipartimento di scienze sociali dell'Università Federico II di Napoli) - si tratta, di un'esperienza emozionate e coinvolgente disponibile scaricando l'App».
La Sirena Digitale è la ricercatrice e artista Francesca Fariello che ha dato vita e voce alla Sirena interpretando due celebri brani classici, “Malafemmena” e “Reginella”. Il centro di produzione Rai di Napoli ha realizzato riprese in simultanea, da 4 angolazioni diverse, le immagini sono poi state transcodificate in ologramma dall'Icar-cnr. Luigi Gallo (coordinatore scientifico del progetto) ricorda come «l'utente diventa così parte attiva e può realmente interagire con la Sirena Digitale grazie anche all'utilizzo degli ultrasuoni che aggiungono una percezione tattile all'interfaccia.
Avendo l' impressione di toccare l'acqua che circonda la Sirena».
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