I Radical Kitsch tornano in scena con "Trasformazioni"

I Radical Kitsch tornano in scena con "Trasformazioni"
di Alessandra Farro
Martedì 7 Giugno 2022, 19:05
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I Radical Kitsch sono un gruppo napoletano (Giovanni Conforti alla voce, Francesco Capriello alle tastiere e Gianluca Capurro alla chitarra) che ha pubblicato l'ultimo album, "Lime", nel 2012, almeno fino ad oggi, quando il trio ha deciso di ritornare in scena con "Trasformazioni", con cui la band si mette alla prova, sperimentando l'elettronica, scegliendo per la copertina una tavola del pittore Antonio Bertè, dalla sua pubblicaizone "Commento a Kafka". Qui per l'ascolto dell'album.

Un lavoro sull'antico e proteiforme percorso della band, relazionato ai tempi complessi a cui si affaccia. Otto le tracce del disco, alcune inedite, altre inedite ma, come suggerisce il titolo, trasformate. Il brano con cui si apre l'album, "Trasformazioni", ironico e robotico, una via di mezzo tra i Kraftwerk e Lindo Ferretti, funge da racconto delle tracce che seguiranno e del percorso che hanno intrapreso gli artisti per arrivare a questo traguardo, nonché del modus operandi della band: la sperimentazione, il gioco con i generi e con le forme espressive. Qui il video.

Uno sguardo all'avanguardia, ma senza dimenticare le radici, come attestano "Dint'o' scuro", unico pezzo in napoletano, ma anche la rivisitazione dei brani storici della band come "Echi di mare", con cui il gruppo vinse il premio "Artemare" a Riposto, che da interplay jazz, adesso diventa psichedelico, elettronico, ai limiti della trap e come "Visnu in Bombay", presente nell’album "Flowers" di Fabiana Martone, che si arricchisce di sonorità originali, senza, però, trascurare le sue origini.

Poi, due tracce più intimiste, la filosofica "Lingua degli stambecchi" e "Statuaria", originariamente opera elettronica, che proprio in questo disco si rinnova verso il contemporary jazz, una sperimentazione dove la quasi salmodia poetica del cantato va in controtempo con il contrabbasso di Vincenzo Lamagna e la batteria di Agostino Mennella che raggiunge architetture estreme, quasi impossibili. Due i pezzi freak: "Movida" e "Love", con echi pulp e new wave e il tocco glam alla Lou Reedimpreziosita dai cori dell’altra producer Sabrina Carnevale.

Testi e melodie di Conforti, producer Marco De Falco, dub master Dj Spike, Stanislao Costabile, da anni in coppia fissa con Zulu Persico. Un’opera che nel suo complesso è resa possibile da Nino Mecenate, generoso e fantomatico produttore, e dall’etichetta Drop and Spiral.

 

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