«Invisibili» al teatro Tram di Napoli: un dialogo dai toni surreali tra due uomini fuggiti dal proprio paese

Lo spettacolo .- tratto da «Emigranti» di Slawomir Mrozek - andrà in scena da venerdì 26 a domenica 28 gennaio

Lo spettacolo «Invisibili» al teatro Tram
Lo spettacolo «Invisibili» al teatro Tram
Lunedì 22 Gennaio 2024, 10:02
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Il testo del drammaturgo polacco Slawomir Mrozek, riscritto da Michele Iazzetta e Gennaro Monforte, che ne cura anche la regia. Un dialogo con i toni surreali tra chi è costretto a lasciare il proprio paese.

Dal 26 al 28 gennaio al Tram è in scena «Invisibili», liberamente tratto da «Emigranti» del drammaturgo e scrittore polacco Slawomir Mrozek, riscrittura di Michele Iazzetta e Gennaro Monforte, che cura anche la regia; in scena Michele IazzettaAntonio Dell’Isola.

L’intero spettacolo (così come il testo da cui è tratto) è ambientato in una camera. Un minuscolo monolocale preso in affitto da due uomini in un paese straniero, fuggiti da qualcosa o alla ricerca di qualcos’altro. Uno è un intellettuale che, ostile al regime del suo paese natio è costretto - o si sente costretto - a emigrare per trovare la propria libertà di parola; l’altro, è un contadino, descritto come ignorante, che lascia la campagna per fare l’operaio in una fabbrica.

Tema centrale è il potere e come, di fronte al potere puro, siamo tutti ugualmente schiacciati e inermi, e non importa più chi siamo, che cosa amiamo fare, cosa conosciamo o addirittura come ci chiamiamo.

Il dialogo si sviluppa con toni a tratti surreali mantenendo però costantemente un piede nel realismo spietato e squallido; i numerosi elementi ironici, se non addirittura comici, sottolineano la tragedia, quanto mai attuale, delle persone costrette a lasciare i propri riferimenti natii e trasferirsi (o fuggire) in un paese straniero.

«Emigrazione ed emarginazione sono due facce di una stessa medaglia – spiega il regista Monforte - più che mai in questo momento storico del nostro paese.

I due protagonisti, due immigrati senza nome e quindi senza identità, quasi come due ratti, sono relegati al più basso gradino della scala sociale e letteralmente situati al di sotto del manto stradale che separa le persone dalle fogne e da tutto ciò che le abita; in una rappresentazione metaforica del loro status sociale si muovono al buio o quasi, invisibili per il mondo che li circonda».

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