Forcella, migranti e italiani insieme per inclusione sociale e lavoro

Forcella, migranti e italiani insieme per inclusione sociale e lavoro
di Antonio Folle
Giovedì 16 Luglio 2020, 17:39
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Negli spazi della rinascimentale chiesa di Santa Maria del Rifugio di via Tribunali c'è un bellissimo esempio di integrazione e di riscatto della folta comunità migrante che vive nell'antico quartiere di Forcella. L'associazione culturale "Samb e Diop" da diversi anni si occupa di assistenza per la comunità straniera presente in città. Un lavoro quotidiano costellato di soddisfazioni che ha come colonna portante la ferrea volontà di "aprirsi" al quartiere e di non formare una comunità chiusa. Corsi di falegnameria, di oreficeria - rigorosamente con metalli "poveri" come l'ottone - e sartoria che hanno lo scopo di insegnare ai ragazzi stranieri un lavoro che possa aprire loro le porte del mercato del lavoro e, soprattutto, dell'inclusione nel delicato e complesso tessuto sociale cittadino.

Un percorso "aperto" sia in entrata che in uscita, come hanno voluto specificare i responsabili dell'associazione culturale di Forcella. I migranti che quotidianamente frequentano la chiesa di Santa Maria del Rifugio mettono a disposizione dei ragazzi di Forcella tutte le loro conoscenze. Sono nati così laboratori di inglese e di informatica gestiti da ragazzi provenienti dall'Africa anglofona che, da un lato, danno la possibilità ai ragazzi del popoloso quartiere di impegnarsi in attività culturali e, dall'altro, hanno il non trascurabile merito i creare solide amicizie tra i ragazzi italiani e gli stranieri. Rapporti interpersonali favoriti anche dalla grande comunità Facebook che ruota attorno al noto gruppo Facebook "Rinascita di Forcella", nato proprio per mettere in risalto tutto il bello di un territorio antico e ricco di storia che, però, in moltissimi casi sa dimostrarsi straordinariamente al passo con i tempi. 
 

Tutte le attività dell'associazione Samb e Diop sono assolutamente autofinanziate. I fondi per mandare avanti il lavoro, infatti, provengono dalla vendita degli articoli di bigiotteria prodotti dai migranti e venduti - anche con discreto successo - nei mercatini e nelle fiere itineranti di tutta Italia. 

«Qui non ci occupiamo solo dell'assistenza ai migranti del quartiere - ha spiegato Marco Cecere dell'associazione Samb e Diop - ma cerchiamo di fare vera integrazione, mettendo loro a disposizione le nostre conoscenze e cercando di insegnare un mestiere spendibile sul mercato del lavoro. I ragazzi che vengono da noi hanno la possibilità di intraprendere percorsi nei laboratori di oreficeria, di sartoria o di falegnameria. I ragazzi stranieri, invece, mettono a disposizione le conoscenze acquisite nei loro paesi d'origine, dando vita a laboratori di inglese e di informatica e i ragazzi napoletani del nostro quartiere. Crediamo - prosegue Cecere - che la contaminazione tra le diverse culture possa essere un fattore positivo se giustamente incanalato e cerchiamo di lavorare ogni giorno per favorire l'integrazione e l'inserimento degli stranieri nella nostra società. La nostra speranza per il futuro - conclude - è di creare una grande comunità dove nessuno si senta straniero e dove ci siano possibilità per tutti, al di là del loro paese d'origine».

L'associazione Samb e Diop "custodisce" una bellissima storia di riscatto sociale. Una ragazza di origine africana, dopo aver frequentato con impegno e dedizione il laboratorio di oreficeria di Forcella, ha trovato lavoro come designer in una delle più importanti aziende del mondo e oggi vive e lavora a Milano.  
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