Si chiude il progetto Se.Po.Pass: speranze e riscatto per i giovani neet del Sud

I risultati ottenuti spiegati negli spazi del Parco dei Quartieri Spagnoli

Si chiude il progetto Se.Po.Pass: speranze e riscatto per i giovani neet del Sud
di Alessio Liberini
Venerdì 30 Giugno 2023, 15:29
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«Prima di prendere parte al progetto non facevo niente. Stavo a casa, avevo lasciato la scuola perché non era per me. Questo percorso è stato molto importante perché qui mi sono formato innanzitutto come uomo». Christian, giovane 18enne napoletano, è uno dei tanti ragazzi e ragazze ad aver abbandonato prematuramente gli studi tra Napoli, Reggio Calabria e Messina. Ed oggi, grazie all’esperienza del progetto Se.Po.Pas (Sentieri, Ponti e Passerelle), insieme a 75 coetanei ha ripreso a coltivare i suoi sogni sperando «in futuro di poter emergere nell’ambito della ristorazione».

La storia di Christian, che si avvia a concludere i due anni del progetto sociale selezionato da “Con i bambini” nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, diretta dal presidente Marco Rossi Doria, testimonia difatti la significativa importanza della strada tracciata dai volontari del progetto sociale il cui obbiettivo è prendere letteralmente per mano i cosiddetti neet, ovvero quei giovani tra i 16 ed i 19 anni che si allontanano dai percorsi d’istruzione e di lavoro, accompagnandoli verso la riscoperta delle proprie forze e passioni.

«Con il progetto Se.Po.Pass, selezionato da Con i Bambini – racconta Rossi Doria - nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile viene data la possibilità agli adolescenti che hanno lasciato la scuola di avere un tempo ben pensato per uscire dal rischio di marginalità e costruire una nuova partenza nella vita. La riflessione sui dispositivi attivati e sulle biografie dei ragazzi e ragazze serve per validare modelli nuovi nel contrasto precoce alle disuguaglianze. Grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile abbiamo sostenuto 600 progetti in tutta Italia e coinvolto più di 500 mila minori insieme alle proprie famiglie. I progetti come Se.Po.Pass vedono il coinvolgimento di istituzioni, associazioni di terzo settore, scuola, insomma tutto ciò che è comunità educante in un approccio fondato su azioni molteplici che promettano futuro a chi parte con meno nella vita».

Il lodevole progetto, chiuso oggi con una vera e propria giornata di festa e svago tenuta negli spazi del Parco dei Quartieri Spagnoli, dove negli anni si sono svolti corsi e tirocini rivolti ai neet partenopei, si pone la sfida di «dare ai ragazzi le capacità di camminare con le proprie gambe» chiarisce Giovanni Laino, vicepresidente dell’Associazione Quartieri Spagnoli e coordinatore nazionale di Se.Po.Pas, precisando che si tratta solo «dell’avvio, con ottimi risultati, di un esperimento che abbiamo progettato con Marco Rossi Doria a Napoli, Messina e Reggio Calabria per elaborare un modello da presentare poi al Miur, perché sono problemi strutturali che vanno affrontati dalle istituzioni».

«A Napoli sin dagli anni Novanta – ricorda Laino - realizziamo progetti con l’Associazione Quartieri Spagnoli, abbiamo una grande esperienza preziosa in Se.

Po. Pas. lavorando su un gruppo di ragazzi che vengono da enormi numeri a Napoli di giovani che hanno carenze familiari e su cui la scuola non funziona. Noi lavoriamo per risarcirli, dandogli motivazione e fiducia su iniziative di lavoro ma soprattutto per avere l’atteggiamento costruito nei laboratori e nella prima esperienza di lavoro che insegna a come muoversi nel mondo lavorativo, un diritto di cittadinanza basilare».

A prendere parte alla conclusione del progetto, sostenuto dal Comune di Napoli, è stata anche l’assessora alle Politiche giovanili e al Lavoro di Palazzo San Giacomo, Chiara Marciani, fornendo alcuni numeri della città, secondo l’Istat, «più giovane d’Italia»: «Solo a Napoli i giovani iscritti all’anagrafe, di età compresa tra i 16 ei 35 anni, sono più di 121mila e i dati forniti dalla Regione ci dicono che circa il 30 per cento di questi sono Neet, ragazzi che non studiano e non lavorano».

«Come amministrazione comunale – precisa Marciani - siamo impegnati in tante iniziative di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica perché siamo convinti che dobbiamo sostenere questi ragazzi, accompagnarli, prenderli in carico e spronarli a raccontarci il loro sogno, il loro desiderio. Forse un po' perché li hanno abbandonati e dunque è importante che un ragazzo abbia al suo fianco un mentore che lo aiuti a sostenere un percorso formativo e di accompagnamento al lavoro per scoprire il proprio talento». 

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