Elezioni a Pozzuoli, troppi veleni e il Pd si chiama fuori: niente simbolo

Elezioni a Pozzuoli, troppi veleni e il Pd si chiama fuori: niente simbolo
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 12 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16:22
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È una spaccatura troppo netta. E insanabile. E, quindi, alla fine il Pd sceglie di non presentare il proprio simbolo alle comunali di Pozzuoli. Ma correranno ben due aspiranti sindaci democrat: Gigi Manzoni e Paolo Ismeno. Mentre i grillini, dopo l’inchiesta giudiziaria che ha colpito proprio il sindaco uscente del Pd un paio di settimane fa, hanno detto addio ad ogni ipotesi di patto di campo largo. Ognuno per la sua strada. Eccolo, il quadro (frastagliato) del risiko delle prossime comunali dove veleni e ripicche locali cancellano ogni scenario politico usuale. Al voto sono 13 municipi ma su 7, quelli oltre i 15 mila abitanti, si concentrano tutte le attenzioni. Molte le candidature sono ancora da sciogliere anche se la scadenza per presentare le liste è dopodomani alle 12. 


Governata praticamente dal centrosinistra da sempre, il Pd di Pozzuoli si è ritrovato dilaniato a poche settimane dal voto. Non solo l’inchiesta giudiziaria su Rione Terra ma una serie di veleni e velleità personali che hanno pesato sullo scenario. Anzitutto la difficoltà nel ricomporre la frattura tra i due aspiranti sindaco ma anche la volontà del sindaco uscente dem Figliolia (indagato) di volersi ripresentare come semplice consigliere comunale. E così tra guerra fratricida e nessun accordo con i grillini, il Pd napoletano ha deciso di non far proprio scendere in campo il proprio simbolo. A sfidare invece i due dem dovrebbero essere Paolo Guerriero per Fdi e Antonio Caso, consigliere uscente M5s. 

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Alla fine il patto Pd-grillini si chiude ufficialmente solo a Nola ed Acerra. Nel primo comune scende in campo Carlo Bonauro, con una compagine dem-M5s, che si dovrebbe scontrare contro Maurizio Barbato (per il centrodestra) e contro l’outsider Raffaele Parisi; nel secondo municipio, invece, via libera ad Andrea Piatto sostenuto da 11 liste, compresi dem ed M5s, che dovrà vedersela contro Tito D’Errico, ex vice dell’uscente Lettieri che non può più ricandidarsi. A Somma Vesuviana e Sant’Antimo, invece, non c’è traccia di accordi. Tanto che i democrat, stanchi di attendere i grillini, hanno deciso di procedere a tappe forzate. In particolare, nel primo comune, viene messo in campo Giuseppe Bianco con i socialisti ed un gruppo civico. In un cul de sac, invece, i grillini locali che rischiano di non avere il proprio simbolo se appoggeranno l’uscente Di Sarno. Sindaco centrista quest’ultimo che dovrebbe, però, essere appoggiato dal centrodestra con tanto di lista di Fratelli d’Italia e una di Maresca. Altra situazione complicata a Sant’Antimo, comune che ritorna al voto dopo l’ultimo scioglimento del 2020. I democrat sostengono Massimo Buonanno, sostenuto da una coalizione in cui si è deciso di non candidare chiunque sia anche solo citato nel decreto di scioglimento, che dovrebbe sfidare Giuseppe Italia, eletto alle ultime comunali con Dema e oggi con il centrodestra. 

Infine Portici dove l’uscente Enzo Cuomo scende in campo per la quarta volta (in mezzo un pit stop come senatore) con Pd, socialisti e 8 civiche mentre i grillini si schierano ufficialmente con il verde Aldo Agnello. Anche se, appena qualche giorno fa proprio a Portici, il ministro Luigi Di Maio ha stretto un accordo personale con il primo cittadino uscente per garantirgli un appoggio scatenando le ire dell’M5s porticese. Infine è ancora tutto da decidere a Ischia: ma c’è tempo sino a dopodomani alle 12. 
 

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