Teatro San Carlo di Napoli, la Regione all'attacco: ​De Luca blocca tutti i fondi

Teatro San Carlo di Napoli, la Regione all'attacco: De Luca blocca tutti i fondi
di Luigi Roano
Venerdì 21 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 13:49
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«Tira una brutta aria», questa la prima notizia trapelata dal Consiglio di indirizzo del San Carlo - il presidente è il sindaco Gaetano Manfredi - di buon mattino. E in effetti quando a fine giornata è maturato lo strappo della Regione sul Massimo napoletano si è capito il perché. L’ente di Santa Lucia - socio fondatore del San Carlo rappresentato da Maurizio Borgo, il delegato dal governatore Vincenzo De Luca nel Consiglio - ha bloccato tutti i finanziamenti per il Teatro. Vincolando l’erogazione dei fondi all’annullamento della nomina di Emmanuela Spedaliere che è il direttore generale. Fondi che come l’anno passato dovevano essere undici milioni, ma la Regione ne ha già tagliati 3,8, la quota dei Poc. Primo segnale del malumore strisciante dell’ente di Santa Lucia. In campo la Regione ne ha lasciati 7, la quota fissa da socio fondatore. Ora ha sospeso anche questo contributo malgrado fosse già deliberato. Con sullo sfondo l’ipotesi di lasciare del tutto il San Carlo. La mossa della Regione avrebbe come obiettivo reale Stéphane Lissner il Sovrintendente e direttore del Massimo napoletano che De Luca non vedrebbe di buon occhio anche per il suo cattivo rapporto con il maestro Riccardo Muti. Per il sindaco una brutta vicenda da gestire atteso che le nomine se le è trovate: risalgono al 2019. 

Per la Regione la nomina della Spedaliere è da annullare perché non ci sarebbe stata la presa d’atto del Consiglio e sarebbe stata nella sostanza una scelta fatta solo dal Sovrintendente, appunto Lissner. Ma sul tavolo Manfredi aveva già preparato la contromossa con due pareri di legittimità: uno espresso dal ministero per i Beni culturali che è socio fondatore del San Carlo come la Regione ed è anche l’ente vigilante sul Massimo napoletano. E l’altro del Collegio dei revisori del Teatro. Quello della data delle nomine non è un dettaglio e il sindaco come tema lo ha posto. La nomina della Spedaliere - il suo ragionamento - è del 2019 contestuale a quella del Sovrintendente e anche allora c’era la Regione che l’ha votata. A rappresentare l’ente di Santa Lucia allora c’era il capo di Gabinetto dell’epoca Sergio De Felice.

Cosa è cambiato in due anni tanto da rigettarla? Manfredi comunque ha accolto la richiesta della Regione di un ulteriore accertamento rispedendo la pratica al Ministero. Il muro contro muro tra le parti, pur restando nell’ambito del dibattito civile, è andato oltre. Vale a dire quando il rappresentante della Regione ha fatto trapelare che - al netto del nuovo accertamento disposto da Manfredi - la posizione della Regione non sarebbe cambiata in caso di «mancata retrocessione» della Spedaliere. Spinosa la vicenda: mettere in discussione la permanenza della Regione nel Massimo napoletano per una nomina, con pareri di regolarità da parte dell’ente vigilante, potrebbe innescare pericolose dinamiche amministrative nocive per il San Carlo, è stato fatto notare al rappresentante della Regione. 

 

In questo contesto Manfredi sta provando a fare una difficile mediazione con la Regione e al riguardo non sono esclusi incontri con De Luca. L’ex rettore non immagina il San Carlo senza uno dei soci fondatori che fino all’anno scorso è stato molto vicino al San Carlo, ma non intende nemmeno cedere a nessun diktat che lederebbe l’immagine del Teatro. Il punto di caduta della mediazione al momento è difficile da cogliere. Eventuali rimozioni della Spedaliere costerebbero molti soldi in contenziosi giudiziari e soprattutto non è nello stile di Manfredi. Spostare la Spedaliere ad altro incarico è una prospettiva che richiederebbe un passo indietro del direttore generale difficile da immaginare. Forse un intervento diretto di Franceschini potrebbe svelenire il clima, ma è tutto da costruire. Così Manfredi sta lavorando su un doppio binario per finanziare il San Carlo, la cosa più urgente in queste ore. Mediare con la Regione per ricucire lo strappo e contestualmente continuare, come chiesto anche da De Luca la caccia a sponsor privati e istituzionali anche fuori dal perimetro locale. Si sta spendendo in prima persona Manfredi con il sostegno dell’imprenditrice Marilù Faraone Mennella membro del Consiglio di indirizzo. «Sul fronte della sostenibilità economica del Massimo - si legge in una nota vergata dal sindaco - ci sono i primi riscontri positivi rispetto alla volontà di individuare contributori privati provenienti dal mondo imprenditoriale». Sull’immediato futuro del Teatro Manfredi getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Abbiamo avviato il percorso che porterà alla definizione del budget finanziario che dovrà salvaguardare e poi rafforzare ulteriormente la qualità dell’offerta artistica che sta riscuotendo grande consenso a livello nazionale ed internazionale».

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