Parco Verde di Caivano senza farmacie: da dieci anni ne aspetta una

Servizi al palo nel rione delle violenze: mancano medici di base e ambulatori

Parco Verde
Parco Verde
di Ettore Mautone
Sabato 2 Settembre 2023, 23:45 - Ultimo agg. 3 Settembre, 16:23
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Una croce verde che lampeggia tra le grigie mura di un quartiere popolare di una periferia maledetta e ad alto rischio criminale è sempre una presenza inequivocabile di civiltà che si traduce in servizi per la popolazione e di pronto intervento, spesso attivi h 24, a cui si associano altri presidi sanitari, come un medico e un pediatra di base ai quali residenti e famiglie possono rivolgersi in caso di necessità, a qualunque ora del giorno o della notte.

Peccato che nel recinto del Parco Verde di Caivano, un agglomerato di 7 mila abitanti sui 37mila che conta l’intero comune, di farmacie non ce n’è nemmeno una. Eppure, a rispettare le proporzioni, ce ne dovrebbero essere almeno 2 sulle 9 previste nel municipio. L’unica che è riuscita a insediarsi anni fa è rimasta fuori dalle mura del Rione, posizionata a circa duecento metri, nei pressi della stazione dei Carabinieri, di fronte alla parrocchia di don Patriciello. Una contiguità che forma un piccolo avamposto di speranza, un segno della presenza dello Stato lungo una sottile linea rossa di un fronte invisibile che nessuno è ancora riuscito a varcare pienamente per entrare nel cuore di quelle oscure palazzine che di verde non hanno più nulla. 


Nella pianta organica delle farmacie, proposta dal Comune di Caivano e recepita dalla Regione con il parere dell’Ordine professionale dei farmacisti, è prevista una seconda farmacia ma anch’essa è posizionata limitrofa al Parco.

L’apertura era programmata con un concorso straordinario varato dalla Regione Campania del 2013 ma da allora tutto si è arenato. Una procedura al palo da dieci anni nonostante la graduatoria degli aspiranti titolari sia stata stilata nel 2016. Un progetto alla deriva in un mare di carta bollata e in una interminabile palude di atti giudiziari e ricorsi, prima al Tar poi al Consiglio di Stato, di cui solo negli ultimi mesi si è intravista la fine con il sugello dei giudici amministrativi senza tuttavia alcuna certezza sui tempi di apertura. 

 


Anche il distretto sanitario della Asl (la Napoli 2 nord) è posizionato fuori dal confine del rione, nelle immediate vicinanze del Parco, ma al suo esterno quasi a mantenere le distanze e integra l’inviolabilità dei suoi confini. «L’attività del distretto è abbastanza completa - prova a spiegare il manager della Asl Mario Iervolino - e si articola in attività di cure primarie, riabilitazione, cure socio-sanitarie e domiciliari con la presenza di ambulatori specialistici in quasi tutte le branche.

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Nel complesso Caivano non è servita male: può contare su un’unità materno-infantile, un centro vaccinale, un servizio di neuropsichiatria infantile, psicologia, logopedia e ginecologia ed è presente un punto prelievi e un servizio di medicina legale mentre in un’altra ala del distretto è presente un servizio psichiatrico per pazienti tossicodipendenti e una Radiologia territoriale anche con Tac e mammografia digitalizzata». Servizi tuttavia limitrofi, come detto esterni al dedalo di palazzine che - per fare solo un esempio - dista un chilometro dal municipio: qui l’unico camice bianco su cui contare è quello della guardia medica notturna e festiva insieme a quel che resta di un punto di primo intervento del 118 (Psaut, Servizio di assistenza e urgenza territoriale) inaugurato nel 2006 insieme a una “Casa della donna” poi rimaneggiati per le croniche carenze di personale, infine chiusi e ridotti alla sola postazione dell’autoambulanza che oggi staziona all’interno del Parco Verde con un autista soccorritore e un infermiere. Una postazione del 118 insomma non medicalizzata.

Presente all’interno del Parco Verde, anche una unità operativa di prevenzione collettiva del dipartimento di prevenzione Asl che ha poco contatto con il pubblico. Lo stesso dicasi per il servizio veterinario. Nei confini del Parco è poi in itinere un progetto che prevede, nella palestra già esistente, la collocazione di attività di riabilitazione e un punto di ascolto psicologico per tutte le fasce di età ma sui tempi di realizzazione nessuno si sbilancia. Con i fondi Ue del Pnrr sono infine previsti, sempre all’interno del Parco, una Casa e un Ospedale di comunità, strutture intermedie territoriali al servizio del quartiere e alternative all’ospedale da realizzare in una ex scuola secondo lavori da completare entro il 2026.

«Si potrebbe fare molto di più se le Asl potenziassero l’offerta di cure nei quartieri a rischio con assistenti sanitari, educatori, tecnici della prevenzione, terapisti dell’età evolutiva, tecnici della riabilitazione psichiatrica - sostiene il presidente dell’Ordine delle 18 professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione di Napoli Franco Ascolese - che potrebbero lavorare anche in tema multidisciplinari con altre figure andando a domicilio dei pazienti, figure che invece mancano pressoché totalmente nelle piante organiche delle Asl di frontiera a fronte di un fabbisogno di cure invece oggettivo e crescente». 

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