Bus pericolosi a Napoli: nel deposito arrivano gli ispettori del Ministero

Bus pericolosi a Napoli: nel deposito arrivano gli ispettori del Ministero
di Paolo Barbuto
Giovedì 30 Gennaio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 08:19
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Anm nella bufera, l’inchiesta della Procura sulla sicurezza di binari e convogli della Metropolitana è scattata dopo l’incidente del 14 gennaio, adesso arriva l’indagine del Ministero dei Trasporti sulla sicurezza degli autobus, in particolare quelli del deposito di via Nazionale delle Puglie.

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L’intervento del Ministero è stato chiesto, con insistenza e in numerose occasioni, dal sindacato Usb che ha inviato almeno quattro documenti differenti nelle ultime settimane per segnalare il disagio degli autisti. La pressione ha iniziato a diventare più intensa dopo il blocco dell’8 gennaio quando gli autisti del deposito che verrà sottoposto a verifiche ministeriali, rifiutarono di uscire chiedendo che ogni singolo mezzo a loro disposizione rispondesse appieno alle normative sulla sicurezza. Da quel giorno le segnalazioni da parte del sindacato Usb, a firma di Adolfo Vallini e Marco Sansone, hanno iniziato a farsi più insistenti.

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Tra le segnalazioni che hanno sollecitato l’attenzione del Ministero, c’è in particolare quella sui fari di alcuni bus (Otokar) che non illuminerebbero a sufficienza il percorso mettendo in difficoltà la guida. C’è, poi, un’ampia porzione dei documenti concentrata sulla mancanza di dotazioni di sicurezza (dalle cassette di pronto soccorso ai martelletti per i vetri) che, a detta dei sindacati, mancherebbero da ogni singolo bus in circolazione. E dai mezzi del trasporto pubblico mancherebbero anche alcuni documenti ufficiali (in particolare gli originali dei contratti assicurativi) che dovrebbero essere mostrati in caso di controllo da parte dei vigili o della polizia.
 

 

Il Ministero ha acceso i fari anche su una questione che Vallini e Sansone della Usb da mesi cercano di portare in vetrina: le visite mediche periodiche. Sostiene il sindacato che la Anm non rispetta le norme nazionali sulla sicurezza dei trasporti e sul benessere dei dipendenti evitando di far sottoporre il personale di guida alle visite mediche obbligatorie. Anche su questo dettaglio gli ispettori del Ministero chiederanno chiarezza all’Azienda di trasporto interamente posseduta dal Comune di Napoli.

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Due giorni fa alla sede dell’Anm e all’assessorato ai trasporti è arrivata una lettera da parte della Direzione Generale per il Sud del Ministero dei Trasporti. Due pagine per annunciare una prossima visita al deposito di Via Nazionale delle Puglie che sarà suddivisa in tre differenti giornate: ad ogni visita corrisponderà una seduta di revisione straordinaria destinata a dieci bus.Ovviamente i mezzi che saranno sottoposti a controllo sono già stati individuati dagli ispettori che li hanno selezionati tra quelli con maggiore anzianità di servizio e fra quelli della categoria considerata rischiosa per la mancanza di potenza dei fari.
 

«Finalmente si farà chiarezza una volta e per tutte sul reale stato dei mezzi che ogni giorno circolano lungo le strade di Napoli - dice Adolfo Vallini - Ogni nostra segnalazione al Ministero è stata anche trasmessa all’azienda che, però, non ha ritenuto opportuno procedere a controlli in autonomia. Adesso c’è la possibilità di far sapere, con certezza, ai cittadini, che certe iniziative di protesta degli autisti non sono nate per capriccio ma per tutelare la sicurezza dell’intero trasporto su gomma della città».

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Nello stesso giorno in cui il sindacato festeggia per l’intervento del Ministero, è costretto a manifestare dissenso per la fine del progetto “linea sicura” che è durato meno di tre mesi.
Era prevista la presenza a bordo dei mezzi Anm di vigili che avrebbero dovuto contribuire al ridimensionamento degli atti teppistici e al contrasto del fenomeno dei “portoghesi”. «Invece i raid dei teppisti non sono diminuiti e i portoghesi hanno continuato a fare i loro comodi - dicono Vallini e Sansone - noi avevamo proposto di riportare a bordo i bigliettai ma non siamo stati ascoltati: quella sarebbe stata una reale misura di contrasto ai portoghesi». 

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