La sinistra si dà appuntamento ad Atene e Brunetta fa il tifo in tv

La sinistra si dà appuntamento ad Atene e Brunetta fa il tifo in tv
Domenica 5 Luglio 2015, 03:22
3 Minuti di Lettura
Antonio Manzo
Sarà davvero bello vedere, in caso di vittoria del no di Tsipras, se Nichy Vendola e Renato Brunetta, sia pure per opposte ragioni più anti-renziane che anti-europeiste, canteranno insieme la casereccia «Bella Ciao» o il più rivoluzionario «El pueblo unido», le colonne sonore che inebriarono la Brigata Kalimera dei politici italiani in trasferta ad Atene nella notte di cinque mesi fa, quando vinse Alexis il greco.
Per la sinistra, i pd di minoranza e, perfino, per Grillo, un solo grido e un solo biglietto: «Tutti ad Atene». E se potesse farlo, andrebbe perfino Brunetta con tutti gli esponenti di centrodestra che dal risultato referendario greco aspettano scossoni interni sul governo Renzi ed anche un vendicativo schiaffo alla Merkel. Tant'è che il Cavaliere, ieri nella veste di professore per i giovani di Forza Italia, non si schiera. E non certo per cauto terzismo. Lui dice: «Indipendentemente dall'esito del referendum, la Grecia deve restare in Europa, perchè l'Europa non deve essere ostaggio nè dei populismi nè del rigore senza crescita». Cioè un'Europa nè nelle mani di sbandieratori di piazza, (per il Cavaliere, la sinistra che per festeggiare è costretta a gioire all'estero, o in Spagna o in Grecia), nè dei rigoristi (per Silvio, naturalmente, la Merkel, ed anche Renzi appena celebrato a Berlino come uomo delle riforme impossibili). Ad Atene c'è chi è appena arrivato con il trolley da disfare e con bandiere rosse nostrane da dispiegare in caso di vittoria del «no» (quando vinse Alexis ricomparirono ad Atene anche quelle di Rifondazione Comunista). Ma ad Atene c'è anche chi è «spiritualmente» presente e combattente.
Brunetta è a casa con la tv accesa in attesa dell'invocata vittoria di Tsipras che, in Italia, potrebbe far combinare l'abbraccio delle forze anti-euro e di quelle anti Renzi. Basta vedere le liste di imbarco per Atene. Vendola con la sinistra last minute è già lì da alcuni giorni. Si ritrova insieme agli ex antirenziani ora usciti dal Pd, come Fassina e Civati ed anche da quelli che stanno fisicamente dentro il Nazareno ma è come se mentalmente fossero già fuori, come Alfredo D'Attorre. Ad Atene arriva anche Grillo con una nutrita pattuglia, tutti etichettati dai puristi della sinistra greca come «ospiti non graditi perchè alleati di razzisti e xenofobi». Salvini è rimasto a casa. In Italia è rimasto solo il Pd di Renzi sul fronte europeista, tanto da spingere Lorenzo Guerini, sempre cauto nel linguaggio, ad «asfaltare» i gitanti italo-greci. Sono «populismi su un charter in volo verso la Grecia», ironizza oggi il vice segretario pd. «Un'avventura con incerti compagni di viaggio, una compagnia eterogenea - incalza - Immagino il charter che li dovrà accompagnare...».
Rincara un senatore pd, Andrea Marcucci: «Anche nei film più drammatici, c'è lo spazio per una scena comica». Dal Pd ce l'hanno soprattutto con quella sinistra che applaudì, a gennaio scorso, la «cavalcata democratica di Tsipras» e poi in Italia gettò nell'aula di Montecitorio «i crisantemi per la democrazia», dopo l'approvazione dell'Italicum, un sistema elettorale molto simile a quello dei«compagni» greci che avevano vinto con il voto di 36 elettori su cento trasformati poi nel 50 per cento dei seggi. «È la sinistra comica» dice Marcucci, nel giorno del tutti ad Atene.
© RIPRODUZIONE RISERVATA