Vitalizi, la proposta dell'Inps «Tagli al 50% per i politici»

Vitalizi, la proposta dell'Inps «Tagli al 50% per i politici»
Sabato 21 Novembre 2015, 00:13
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Andrea Bassi
ROMA. Il piano presentato a giugno dall'Inps al governo per rendere più flessibile l'età del pensionamento, prevedeva anche un taglio dei vitalizi dei parlamentari fino al 50%. A rivelarlo ieri durante la trasmissione In Mezz'Ora, è stato il presidente dell'Inps Tito Boeri. Per le pensioni dei politici superiori a «80-85mila euro all'anno», ha spiegato il numero uno dell'Istituto di previdenza, «abbiamo proposto una riduzione che arriva anche fino al 50%». Nei giorni scorsi Boeri aveva detto di attendersi «di più» sulle pensioni dalla legge di Stabilità. Ieri ha ribadito come sia necessaria «una ultima riforma» guardando «alla sostenibilità sociale» perché, ha spiegato Boeri, «c'è un problema di iniquità che va affrontato».
Il presidente dell'Inps ha comunque riconosciuto che alcune delle proposte dell'Istituto, almeno sul versante dell'assistenza, hanno trovato spazio nella manovra del governo. In realtà dalle parole pronunciate da Boeri nella trasmissione condotta da Lucia Annunziata, si intuisce il motivo per cui il governo ha bloccato il piano di riforma presentato dall'Inps. Vitalizi dei parlamentari a parte, il progetto Boeri prevedeva un ricalcolo delle pensioni che si sarebbe tradotto in un taglio, per una platea di 200.000 persone, tra cui «dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato».
L'elenco, a dire il vero, è più lungo. Basta scorrere sul sito dell'Inps tutte le categorie finite sotto la lente dell'operazione «Porte aperte», nella quale sono indicati tutti i comparti che negli anni hanno ricevuto un privilegio nel calcolo della pensione. Si va dai magistrati ai pensionati dell'Enel, passando per i sindacalisti fino alle forze di polizia. Insomma, per permettere di lasciare il lavoro (con penalizzazioni) due o tre anni prima, i fondi per finanziare l'operazione sarebbero stati reperiti da un taglio degli assegni di questi 200 mila pensionati.
Ma la partita non è chiusa. C'è l'impegno, ha ricordato Boeri, ad affrontarla nel 2016. «Mi auguro che venga fatta», ha aggiunto ancora, «perché gli italiani se la meritano». Boeri ha anche confermato che sul tema «c'è attenzione da parte del presidente del Consiglio».
Il presidente dell'Inps ha trattato anche un altro argomento delicato, quello degli esodati, le persone rimaste senza lavoro e senza pensione dopo la riforma Fornero. Il problema, ha detto Boeri, «non credo sia risolto», ci saranno strascichi e qualcuno già parla «di un'ottava salvaguardia». Nella stabilità sono stati stanziati 1,5 miliardi per coprire circa 30 mila persone dopo che, fino ad oggi, il governo ha già impegnato oltre 12 miliardi di euro. Fuori sarebbero rimasti ancora 20 mila lavoratori.
Anche per questo, secondo il presidente dell'Inps, sarebbe meglio risolvere il problema in modo strutturale, permettendo di lasciare il lavoro a 63 anni con delle penalizzazioni invece di obbligare tutti ad arrivare a 67 anni. La proposta è già all'attenzione del governo ma al momento non sono stati annunciati tempi certi per un eventuale approfondimento. Boeri ha anche parlato del contributo dei migranti alle casse dell'Inps. «Finora», ha detto, «sono 3 miliardi i soldi versati ai conti pubblici italiani da parte di persone che non percepiranno mai la pensione e questa cifra è destinata ad aumentare ancora: ogni anno», ha concluso, «ci sono 400 milioni che arrivano da persone che non riceveranno mai pensioni».
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