Vittoria!
L'inferno di Green Hill: tutti condannati i vertici dell'allevamento degli orrori

Vittoria! L'inferno di Green Hill: tutti condannati i vertici dell'allevamento degli orrori
Martedì 23 Febbraio 2016, 22:44 - Ultimo agg. 23:00
2 Minuti di Lettura
Dedicato a Rose, Baby, Tina, Ody, Macchia, Snoopy e alle altre povere silenziose, invisibili piccole vittime torturate e fatte a pezzi nel nome di un discutibile progresso.  
La Corte d'Appello di Brescia ha confermato le condanne emesse in primo grado nei confronti dei vertici di Green Hill, l'allevamento di cani Beagle nel Bresciano chiuso nell'estate del 2012. Renzo Graziosi, veterinario della struttura e Ghislene Rondot cogestore di Green Hill sono stati condannti a un anno e sei mesi mentre al direttore Roberto Bravi è stata confermata la condanna a un anno. Confermata anche la sospensione dalle attività per due anni, per i condannati, e la confisca dei cani.

"Maltrattamenti e uccisioni "facili", senza necessità, e lacune nei controlli: anche la Corte d'Appello, con questa sentenza ha smentito ogni "alibi" per l'unico veterinario dell'allevamento che da solo avrebbe dovuto seguire circa 3.000 cani, per i gestori della struttura - commenta la Lav - Con questa nuova sentenza, si confermano rigore morale ed equità nell'applicare il diritto a esseri viventi capaci di provare sofferenze e dolore". La Lega anti vivisezione, parte civile nel processo Green Hill,aggiunge che. "con questa sentenza storica, senza precedenti per numero di animali tratti in salvo e per la portata innovativa sul piano giuridico, è stato smantellato, dunque, l'inaccettabile teorema del cane 'prodotto da laboratorio' e per questo 'usa e getta'.

Grande la soddisfazione degli animalisti che nell’estate di quattro anni fa adottarono gli oltre 2mila cani liberati dal canile dopo un memorabile blitz della Forestale e che si sono ritrovati, con i loro cani fuori dal tribunale di Brescia. «Adesso si confermano rigore morale ed equità nell’applicare il diritto a esseri viventi capaci di provare sofferenze e dolore» scrive in una nota la Lav guidata da Gianluca Felicetti, parte civile nel processo.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA