Ha parlato per quasi due ore, ieri pomeriggio, di fronte al gip Marco Procaccini il professore 54enne di Scienze di un istituto superiore di Teramo che dal 5 aprile è agli arresti domiciliari con le pesanti accuse di molestie e violenza sessuale su minori. All'uscita dall'aula, dopo l'interrogatorio di garanzia, il docente ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione, visibilmente provato dal lungo confronto durante il quale, così come il suo difensore, l'avvocato Vincenzo Di Nanna, ha spiegato, «il professore ha risposto con puntualità e precisione alle accuse ed offerto al gip ogni chiarimento richiesto».
«Non ritengo, tuttavia, di dover rendere noto il contenuto dell'interrogatorio e ciò, innanzitutto, a tutela della serenità delle presunte vittime, oltre che dell'ambiente scolastico e del mio assistito che è ormai un uomo distrutto», ha aggiunto il difensore. In questa fase delicata in cui le indagini preliminari sono ancora in corso Di Nanna ha, inoltre, aggiunto: «Invito i media a un maggiore riserbo e meno sensazionalismo, nel rispetto della delicatezza della vicenda». Ed è proprio per la delicatezza della vicenda che vede coinvolte tre giovanissime studentesse, una 14enne e due 15enni, tutte della stessa classe, che sarebbe stata applicata la misura, per evitare che il reato venisse reiterato.
Ieri, intanto, l'avvocato ha presentato al gip la richiesta di revoca dai domiciliari, mentre si attende ancora il Riesame.
Sono molti gli studenti che i militari hanno sentito, con i suoi dispositivi informatici finiti sotto sequestro e ora portati ad analizzare. Ciò che in questa fase gli viene contestato sono frasi dette in classe del tipo «dovrebbero riaprire i forni crematori», ma anche palpeggiamenti a due studentesse, tutto avvenuto in aula, alla presenza anche di due insegnanti di sostegno che a quanto pare non si sarebbero mai accorte di nulla.
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