La discussione fatale, avvenuta in un appartamento della zona periferica del Quadraro, sarebbe stata causata dal fatto che l'uomo non voleva spostare un tavolino nella camera occupata dalla nipote. Secondo il capo d'imputazione, Subhan (che è in carcere), doveva rispondere anche delle botte date alla moglie quando la donna era in stato di gravidanza, nonchè di lesioni provocate alla figlia di 14 anni accorsa in aiuto della madre e venuta in contatto con gli abiti intrisi di acido. La donna, che ha avuto ustioni sul 30 per cento del corpo e ha rischiato di perdere un occhio, era parte civile. Per il gup, dovrà essere risarcita in sede civile; disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro.
«Faremo ricorso in appello - ha commentato l'avvocato Stefano Caroti, difensore del bengalese - Continuo a credere alla versione del mio assistito secondo cui lui e la moglie nel corso di una lite stavano contendendosi una bottiglia di liquido disgorgante.
Per questo ritengo che quanto avvenuto sia un fatto accidentale; tant'è che lo stesso Abdul si è ferito ad un braccio».
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