Ancona, la 15enne giù dal balcone prima del test ginecologico: la Procura indaga il padre

La giovane del Bangladesh si è tolta la vita forse per evitare la visita e la reazione dei suoi

Ancona, la 15enne giù dal balcone prima del test ginecologico: la Procura indaga il padre
Ancona, la 15enne giù dal balcone prima del test ginecologico: la Procura indaga il padre
di Federica Serfilippi
Sabato 4 Novembre 2023, 00:02 - Ultimo agg. 12:18
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Il puzzle investigativo prende forma. C’è un indagato per la morte della 15enne bengalese deceduta giovedì pomeriggio all’ospedale regionale di Torrette dopo essere caduta dal balcone di casa sua, al Piano, il quartiere multietnico di Ancona. Nel fascicolo, il pm Andrea Laurino ha iscritto il nome del papà della ragazzina. Si tratta di un atto a sua garanzia. L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio.

Per la Procura dorica non ci sono ormai più dubbi: il suo è stato un gesto estremo, si è lasciata cadere dal quarto piano, da un’altezza di almeno 12 metri. 


Ieri si è svolta l’autopsia: l’incarico è stato affidato al medico legale Marco Palpacelli. A ucciderla è stato il profondo trauma cranico provocato dalla caduta. Sul corpo non sono stati trovati altri segni di violenza. Rimane da capire perché abbia deciso di porre fine alla sua vita. E per questo gli inquirenti - l’indagine è stata affidata alla polizia - stando ricostruendo i rapporti tra la 15enne e la sua famiglia, di fede islamica. In particolare, sotto la lente, ci sono il legame con il papà, operaio, e quel viaggio in Bangladesh (ancora non programmato) per cui la ragazzina provava paura, tanto da portarla a confidarsi a scuola con un’insegnante.


L’ESAME
Ma il timore della 15enne non era solo legato al viaggio nella sua terra d’origine, dove sarebbe dovuta rimanere - almeno questo è emerso - per due o tre mesi.

C’è un dato che ha attirato l’attenzione degli inquirenti: il 31 ottobre (il giorno successivo al gesto estremo) la ragazza si sarebbe dovuta sottoporre a un esame ginecologico. La correlazione temporale non può essere una coincidenza. Almeno è quello che ipotizzano gli investigatori, considerando che la ragazzina avrebbe provato un certo timore per la visita.

A cosa ricondurre il terrore? Forse si sarebbe dovuta sottoporre a un esame per verificare la sua verginità? Questo, se confermato con i dovuti accertamenti, porterebbe gli inquirenti sulla strada di un’ipotesi che è campeggiata fin da subito: quella di un possibile matrimonio da contrarre nel suo paese d’origine, dove non sono rare le nozze in età minorile. 


Stando ai dati di ActionAid il 52% delle bambine del Bangladesh si sposa prima dei 15 anni di età. Di qui la paura provata dalla ragazzina (aveva compiuto 15 anni pochi giorni prima della caduta mortale) per il viaggio. Una suggestione? O forse dietro quei timori c’era della fondatezza? 
Gli investigatori hanno sequestrato due quaderni e il cellulare che usava la vittima. Dagli scritti, dopo i primi parziali accertamenti, non risulterebbero disagi tali da motivare un gesto così estremo e disperato. Tutti la descrivevano come una ragazzina solare, con diversi amici, ben integrata a scuola e dalla risata contagiosa. 


LE SUE PASSIONI
Amava così tanto la musica di Elvis Presley che canticchiava come un motivetto ricorrente “Can’t help falling in love”. Lo faceva anche in aula, mentre era assorta nei suoi pensieri. Sosteneva i diritti delle donne e aveva scelto di non portare il velo: forse le sue idee si sono scontrate con una visione patriarcale così lontana dalla cultura occidentale. Chi ha avuto modo di conoscerla, la descrive come una adolescente appassionata: dalla cultura alla musica. Non aveva paura di esprimere le sue opinioni e di rendersi protagonista di gesti forti. Nessuno però poteva immaginare che avrebbe compiuto un gesto estremo come quello dell’altra sera, nessuno si era accorto del dolore e dei problemi che la stavano tormentando. «Non capiamo il perché... amava così tanto la vita», hanno detto le persone che l’hanno conosciuta. A scuola era serena, forse nel contesto familiare no. Ed è lì che sta scavando la Procura di Ancona.
 

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