Tutti ignari. Nessuno sapeva. Per la procura, non solo la moglie, Arianna Iacomelli, e il fratello Tommaso, che pure avevano beneficiato delle elargizioni di Massimo Bochicchio ed erano finiti indagati per riciclaggio, erano all’oscuro delle truffe milionarie del broker. Ma persino il suo socio, Sebastiano Zampa, per il quale era stata ipotizzata la truffa, era «un ignaro strumento nelle mani di Bochicchio». Così il pm Alessandro Di Taranto, chiuso il filone principale dopo la morte di Bochicchio, ha deciso di chiedere l’archiviazione per tutte e tre le posizioni. Adesso gli avvocati Paola Severino e Cesare Placanica, che rappresentano una trentina di vittime, dall’allenatore Antonio Conte ai calciatori Stephan El Shaarawy e Patrice Evra, avranno venti giorni di tempo per opporsi all’archiviazione. Un passo che sembra scontato. Soprattutto a fronte di quanto risulta agli atti: «Gran parte delle somme investite dai risparmiatori - si legge in un’informativa della Finanza - non sono state impiegate nella sottoscrizione di strumenti finanziari, ma dirottate dai conti della Kidman a quelli personali di Sebastiano Zampa e di Bochicchio. Poi da quest’ultimo movimentate a favore della moglie e del fratello Tommaso e impiegate per spese personali».
L’ARCHIVIAZIONE
Per il pm, Zampa, socio del broker dal 2014, non sapeva, perché quando erano già partite le indagini si rivolgeva preoccupato a Bochicchio che lo rassicurava: «Zampa, al pari di altri soggetti - si legge nella richiesta della procura - riveste anche la posizione di codirettore di alcuni veicoli societari esteri utilizzati da Bochicchio.
LA CAUSA CIVILE
Rimangono, però, sotto sequestro 10 milioni di euro circa, poca cosa rispetto agli 80 milioni svaniti. Sarà il Tribunale civile a stabilire se debbano essere assegnati alle vittime della truffa. Poi c’è il patrimonio nel Regno Unito, con il procedimento aperto davanti alla Corte di Londra che, su richiesta dei truffati, ha congelato altri beni, non ultimo l’appartamento di 200 metri quadrati a Holland Park. E gli avvocati delle parti offese non sembrano disposti a mollare.