Casamonica, la vita del «branco» tra Rolex, smeraldi, Ferrari, abiti di coccodrillo. Chiesti 113 anni di reclusione

Il potere mafioso: «Camorra e calabresi vogliono entrare. Noi proteggiamo Roma»

Casamonica, la vita del «branco» tra Rolex, smeraldi, Ferrari, abiti di coccodrillo. Chiesti 113 anni di reclusione
Casamonica, la vita del «branco» tra Rolex, smeraldi, Ferrari, abiti di coccodrillo. Chiesti 113 anni di reclusione
di Valeria Di Corrado
Venerdì 1 Dicembre 2023, 22:37 - Ultimo agg. 2 Dicembre, 11:44
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«Noi proteggemo Roma». È un’ottica completamente distorta quella dei Casamonica. I membri di questa grande famiglia sinti si sono infatti ritagliati negli ultimi 20 anni un ruolo di spicco nel panorama criminale romano. Il pm Edoardo De Santis, al termine della sua requisitoria, ha chiesto la condanna a complessivi 113 anni di reclusione per tredici imputati accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa finalizzata a commettere una serie di reati odiosi come l’usura e l’estorsione. La pena più alta, 24 anni, è stata sollecitata per Ferruccio Casamonica; mentre l’unico per cui è stata chiesta l’assoluzione è Emanuele Scaramuzzo, difeso dall’avvocato Federico Sciullo. L’inchiesta, che a metà giugno del 2020 aveva portato a venti arresti, ha coinvolto la parte del clan che aveva il suo quartier generale alla Romanina (quelli residenti a Porta Furba, finiti in manette tra luglio 2018 e maggio 2019 nell’ambito delle indagini “Gramigna” e “Gramigna bis”, sono già stati condannati a un totale di 400 anni).

Il senso di appartenenza a un’organizzazione di stampo mafioso, equiparabile alle consorterie “tradizionali”, e l’esistenza del vincolo associativo vengono ribaditi in modo esplicito nel corso di un’intercettazione agli atti dell’inchiesta.

Guido Casamonica, figlio di Ferruccio, si lamenta dei provvedimenti giudiziari emessi nei confronti dei parenti di Porta Furba e sostiene, in modo assurdo, che l’annientamento del loro sodalizio sarebbe finalizzato a favorire altre organizzazioni: «Devono far entrare organizzazioni forti a Roma, ecco perché ci vogliono distruggere a noi!! La camorra e la ‘ndrangheta (…) Gli dà fastidio perché noi proteggemo Roma».

L’OSTENTAZIONE

I social diventano per i Casamonica una vetrina per esibire il lusso in cui vivono, e quindi il potere che hanno conquistato. Nonostante risultino nullatenenti al Fisco, perché non esercitano nessun tipo di attività lavorativa, possono permettersi - grazie ai capitali accumulati con l’usura e l’estorsione - ville con piscine, porcellane d’oro zecchino, collane tempestate di smeraldi, cappotti di coccodrillo, borse griffate da 4mila euro, Rolex, Limousine, Ferrari, 20 mila euro di giocate al Casinò, sfilate di moda a Milano a fianco di vip e cantanti, il gran premio di Formula 1 a Montecarlo visto dalla terrazza sorseggiando Dom Perignon. In post preso dai loro profili si vede una Ferrari nera con in seguente commento: «Durante il giorno sentirete solo questo tipo di sound... quello che avete fatto voi in 20 anni, noi lo facciamo con un anno». Ossia: quello che le persone normali guadagnano lavorando onestamente per una vita, i Casamonica possono ottenerlo in pochissimo tempo, grazie alle loro attività illecite. 

 

«Sono ricchi, non gli manca niente, vogliono fare bella vita? Loro vanno a Montecarlo... perché c’ha la Formula 1 o perché… per giocare», ha confermato agli inquirenti Simona Zakova, ex moglie di Raffaele Casamonica, e ora collaboratrice di giustizia. «Sono gelosi tra loro quando uno ha più dell’altro, però quando c’è un problema, loro tolgono questa cosa di gelosia e si rinforzano l’uno con l’altro (...) È un branco! Così funziona», ha precisato la «gaggia» (termine dispregiativo usato dai Casamonica per indicare chi non è sinti), che ora vive in una località protetta con una nuova identità. «Ho notato che i familiari di Raffaele avevano una grande disponibilità di somme di denaro in contanti occultate in casa, sigillate sottovuoto e nascoste in intercapedini ricavate all’interno del muro (...) Se ci stanno troppi soldi non c’è dove metterli, si comprano gioielli, orologi di 60mila euro, 50mila euro, per loro è un investimento». Commercianti, albergatori e professionisti, pur di tenersi buoni questi clienti danarosi, accettano i pagamenti in contanti. Alle donne dei Casamonica resta il diktat ferreo di indossare la gonna: per preservare la tradizione gitana i pantaloni sono banditi, ma paradossalmente è concesso il botulino. E così si rivolgono al chirurgo plastico dei vip per rifarsi naso e bocca.

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