Roma, a piazza Venezia spuntano le pecore. Ma è la protesta di Coldiretti

Roma, a piazza Venezia spuntano le pecore. Ma è la protesta di Coldiretti
Martedì 22 Novembre 2016, 11:34 - Ultimo agg. 12:13
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Un presidio che unisce i pastori e le loro pecore davanti al Vittoriano per denunciare le difficoltà del comparto produttivo laziale del Pecorino Romano: a organizzarlo, al foro di Traiano, è la Coldiretti che è scesa in piazza anche per sollecitare il Consorzio di Tutela della Dop a prestare più attenzione nei confronti degli allevatori, in particolare di quelli romani e laziali. Tagliando simbolicamente una forma di Pecorino romano i manifestanti hanno spiegato che anche il Pecorino, così come la colonna di Traiano sotto cui è stato organizzato il presidio, «non ha prezzo».

 

In piazza con gli allevatori della Coldiretti anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e l'assessore regionale all'Agricoltura, Carlo Hausmann. Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti, spiega i motivi per cui è stato organizzato questo presidio: «Vogliamo difendere il prodotto pecorino romano da tutte le speculazioni e le contraffazioni che danneggiano sia i consumatori che i produttori che vedono un prezzo del latte riconosciuto che non copre neanche i costi di alimentazione degli animali. Ogni anno, negli Usa, sette pecorini su dieci sono falsi, 25 milioni di chili l'anno di 'romano cheesè senza neanche una goccia di latte italiano e a volte anche senza latte ovino ma di mucca, prodotto negli Stati Uniti. Questo crea un inganno e danneggia il vero pecorino italiano e romano, fatto nel Lazio, fatto in Sardegna secondo il disciplinare.

Per questo dobbiamo valorizzare le diverse distintività territoriali, sapendo che difendere il pecorino romano è difendere una filiera che non dà solo economia e lavoro ma anche cura dell'ambiente e difesa delle tradizioni in territori che non hanno altre alternative alla pastorizia». Soffermandosi poi sul ruolo che possono avere le istituzioni in questa battaglia, Moncalvo aggiunge: «Le istituzioni devono continuare una battaglia contro le contraffazioni e le speculazioni che ci sono all'estero e nel nostro paese, dobbiamo arrivare al rapido riconoscimento di una nuova Dop del Cacio Romano che difenda il valore della produzione dei pastori del Lazio, un formaggio al 100% di latte laziale. Questo è un percorso che fa bene perché mette in trasparenza la filiera, toglie inganni ai consumatori e consentirà di riconoscere finalmente il giusto prezzo ai nostri pastori che oggi lavorano in perdita».

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