Seconda donna uccisa: a Firenze torna l'incubo del mostro | Foto

Seconda donna uccisa: a Firenze torna l'incubo del mostro | Foto
di Renato Pezzini
Martedì 6 Maggio 2014, 09:49 - Ultimo agg. 15:03
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Il magistrato che si occupa del caso lo stesso che indag sul mostro di Firenze, e Scandicci il paese dove il mostro fece due delle sue innumerevoli vittime.

Coincidenze, niente più. Che però alimentano suggestioni macabre intorno alla morte di una giovane prostituta spogliata, seviziata e «crocifissa» a una sbarra sotto un viadotto dell'Autosole fra Scandicci e Firenze. In quel luogo almeno altre quattro donne sono state sottoposte allo stesso rituale. Tutte fortunatamente salve. Ma immaginare che da queste parti sia all'opera un nuovo maniaco seriale non è solo suggestione.

Cristina Zamfir aveva 26 anni, veniva dalla Romania. Una vita sbandata, divorata dalla droga, senza casa, senza riferimenti. Dormiva dove capitava, da connazionali o conoscenti casuali. Si prostituiva per tirar su qualche soldo. Ieri mattina, verso le 10, il primo a vederla è stato un ciclista arrivato al fondo della Strada del Cimitero con l'intenzione di imboccare un sentiero che si inerpica sull'argine dell'Arno. E' tornato indietro per una trentina di metri fino al cancello di una casa gialla. C'era Pasquale Checcacci sull'uscio, un ottantenne. Insieme sono tornati sotto il viadotto dell'autostrada, hanno chiamato la polizia e al primo colpo d'occhio gli agenti hanno capito di essere di fronte a un omicidio di quelli che levano il sonno a chi deve fare le indagini.

La ragazza romena era completamente nuda, salvo un paio di scarpe da tennis ai piedi. Era come inginocchiata davanti a una sbarra bianca che segna la fine della strada, le braccia allargate, legate alla transenna da un nastro adesivo che le bloccava i polsi, il capo rovesciato all'indietro. «Pareva crocefissa» dice Checcacci, come a dire che la fine è arrivata dopo un lungo calvario. E in effetti è stato così: l'assassino dopo averla fatta spogliare e dopo averla immobilizzata l'ha seviziata con un grosso oggetto di ferro, così presume il medico legale. È morta lentamente, dopo un'agonia di qualche ora, forse a causa di lesioni interne, forse per dissanguamento. Sotto le sue ginocchia c'era una grande macchia rossa. È possibile che abbia cercato di liberarsi, lo dicono le ecchimosi intorno ai polsi.

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