Un 34enne ubriaco alla guida di una Panda senza neanche l'assicurazione ha investito, sul litorale abruzzese nel Teramano, tre ventenni che in bicicletta stavano tornando da una serata trascorsa con altri amici. Una di loro, Flavia Di Bonaventura, 22 anni, pittrice di Roseto degli Abruzzi, non ce l'ha fatta a sopravvivere a quel tremendo schianto, ma grazie alla sua generosità adesso altre persone da tempo in attesa di un trapianto avranno un'altra possibilità di vita. I suoi organi, infatti, sono stati donati, così come lei stessa aveva scelto quando recentemente aveva rinnovato la carta d'identità e così come da volontà dei genitori.
L'incidente è avvenuto intorno alle 4.15 di lunedì mattina. A quell'ora Flavia e gli altri due amici, una sua compagna 22enne d'infanzia, C.D.G., e un altro ragazzo 21enne, S.H., stavano percorrendo con due biciclette un tratto della statale Adriatica nella zona di Scerne di Pineto, in provincia di Teramo, nei pressi di una rotonda della zona industriale.
Sul fronte dell'inchiesta, immediatamente aperta dalla procura di Teramo e coordinata dal pm Davide Rosati, adesso si aggrava la posizione del 34enne, indagato per lesioni e omicidio stradale. L'autista, così come già accertato, guidava con un tasso alcolico superiore a 1,5 e l'auto non aveva l'assicurazione: immediato il ritiro della patente. Sull'asfalto non c'erano segni di frenata e tra le ipotesi dei carabinieri c'è quella dell'alta velocità. In queste ore sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente, ma non è escluso che nei confronti dell'indagato possa scattare una misura cautelare. I carabinieri della stazione di Pineto, che sono intervenuti per i rilievi, continuano intanto a visionare le immagini di tutte le telecamere di videosorveglianza - anche private - della zona dove i tre amici sono stati investiti in bici dall'automobilista ubriaco. Sempre gravi, ma stabili, invece, le condizioni del 21enne ricoverato in Rianimazione dopo l'intervento per rimuovere chirurgicamente un ematoma epidurale. Un giovane sportivo con un futuro promettente nel calcio a 7, che adesso lotta per la vita.
Flavia era un'artista. Era iscritta all'Accademia di belle arti di Roma e tra i pennelli e le tavolozze c'era cresciuta. In famiglia era considerata l'erede della dinastia dei pittori della luce: i Celommi. Suo zio, il pittore Riccardo Celommi, la ricorda così: «Flavia aveva un talento naturale. Passava ore con nonno Luigi, mio padre, nel suo studio. Vicino al cavalletto c'era il suo lettino e poi, più grande, sempre lei intenta a disegnare. Con papà aveva un rapporto fortissimo, esclusivo e di totale corrispondenza. Le assegnava dei compiti: disegnare della frutta, un vaso di fiori, copiare i disegni di un maestro dell'arte. Il dolore per la sua perdita è straziante». Su Fb, il sindaco Mario Nugnes, che la conosceva sin da bambina, scrive: «I giovani non dovrebbero morire mai, e quando succede non troviamo le parole per descrivere un dolore troppo grande. Oggi è il giorno più brutto per la nostra comunità, perché Flavia non ce l'ha fatta, e noi siamo affranti, storditi dal dolore. Oggi è tutto troppo difficile da accettare».