Giulia Cecchettin, laurea conferita a Padova. Papà Gino: «Mi manchi più dell'ossigeno». La sorella in lacrime

La cerimonia stamattina a Padova. La ministra Bernini: giornata delle emozioni

Giulia Cecchettin, laurea alla memoria in ingegneria biomedica: da oggi è dottoressa. La nonna: «Emozione grandissima»
Giulia Cecchettin, laurea alla memoria in ingegneria biomedica: da oggi è dottoressa. La nonna: «Emozione grandissima»
Venerdì 2 Febbraio 2024, 11:31 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:02
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Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa a coltellate l'11 novembre scorso da Filippo Turetta, ha ottenuto oggi dall'Università di Padova la laurea alla memoria in ingegneria biomedica. Quando avvenne l'omicidio, la giovane aveva già completato la tesi, ed era prossima alla discussione di laurea. Alla cerimonia, che si è tenuta nell'aula magna del Bo, hanno preso parte i familiari della ragazza - il padre Gino, la sorella Elena e il fratello Davide.- insieme al ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, la rettrice Daniela Mapelli, il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione Gaudenzio Meneghesso e la relatrice della tesi di laurea di Giulia, Silvia Todros. Dal podio hanno voluto ricordare la figura di Giulia la sorella Elena e la sua più cara amica, Giulia Zecchin.

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«Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze, nella mia per prima.

Sarai sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto, e sarai sempre nel nostro cuopre». Così Gino Cecchettin, intervenendo alla cerimonia. La nonna, Carla Gatto, ha detto poche parole ai giornalisti: «È un'emozione grandissima, io qua non c'ero mai stata, e allo stesso tempo mi emoziona che non ci sia più la mia bambina e non sia qui a godersi questa cerimonia. Faccio fatica a pensarlo».

@ilmessaggero.it Il discorso commosso della rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli, ha aperto la cerimonia di laurea di Giulia Cecchettin. La 22enne di Vigonovo è stata uccisa a coltellate l'11 novembre scorso da Filippo Turetta: pochi giorni dopo avrebbe dovuto laurearsi in Ingegneria biomedica. Oggi 2 febbraio si è tenuta la cerimonia di laurea presso l'aula magna del Bo a cui hanno preso parte i familiari della ragazza - il padre Gino, la sorella Elena e il fratello Davide. "Siamo convinti che abbia portato, davanti alla morte la sua goccia di splendore. Celebriamo questo splendore per la laurea, per la nostra dottoressa Giulia Cecchettin". . . . [#IlMessaggero] #giuliacecchettin #davide #universitàdipadova #unipa #laurea #padova ♬ suono originale - Il Messaggero

LE LACRIME

«Visto l'art 26 delle carrriere degli studenti sul conferimento dei titoli di laurea ala memoria, vista la deliberazione del senato accademico del 12 dicembre 2023, conferiamo a Giulia Cecchettin, nata a Padova il 5 maggio del 2001, la laurea in ingegneria biomedica, e con questo rilasciamo il diploma. Congratulazioni Giulia». Con queste parole la rettrice di Padova Daniela Mapelli ha conferito la laurea alla memoria. Un lungo applauso, con tutto il pubblico nell'aula magna del Bo ed il senato Accademico in piedi, ha accompagnato la consegna del diploma e di una corona di alloro ai familiari di Giulia. Elena Cecchettin, presente con il padre, Gino ed il fratello, Davide, non ha saputo trattenere la commozione mentre le veniva consegnato il diploma attribuito alla sorella.

 

ZAIA

«In questo giorno, Giulia riacquista di nuovo la sua voce, quello che le è stata portata via in modo crudele, attraverso il ricordo dei suoi cari, le parole scritte nella sua tesi, il lavoro di studio compiuto, la stessa proclamazione, Giulia è tra noi, è qui per essere proclamata ad alta voce Dottore in Ingegneria Biomedica». Lo scrive il presidente del veneto, Luca Zaia, in una lettera inviata alla rettrice dell'Università di Padova. «Da tutto questo dolore - prosegue Zaia - è nato un seme, quello di una maggiore consapevolezza dei cittadini, adulti e giovani, su questi temi, un movimento spontaneo per far sentire ancora le voci di queste donne uccise, per impegnarsi a cambiare un mondo che si definisce civile ma che di fronte a ciò dimostra il contrario. Per evitare che altre donne subiscano una tale violenza, si deve lavorare insieme contro ogni forma di violenza fisica, psicologica e anche economica. Bisogna continuare a pronunciare il suo nome e quello delle molte 'Giulia e Vanessà, per non dimenticare, per restituire la dignità e il coraggio alle donne vittime di violenza. Oggi è anche l'occasione per riflettere sulla parità di genere, sulla necessità a tutti i livelli della società di un cambiamento, di rispetto e di collaborazione su questi temi. Questa è una questione di civiltà, cui tutti siamo chiamati - conclude - con il nostro contributo a rendere possibile partendo dall'educazione in famiglia, dalla scuola e dal mondo del lavoro».

ANNA MARIA BERNINI

«Questa è la giornata delle emozioni»: lo ha detto la ministra dell'Università e ricerca, Anna Maria Bernini. Per la ministra si tratta di «un atto dovuto», poiché quelli del femminicidio sono temi «che non hanno un colore politico ma ci uniscono tutti». «Ognuno di noi deve fare qualcosa - ha aggiunto -. Non esiste l'indifferenza, perché è un insulto a Giulia». Bernini ha concluso sottolineando che «ascoltare è la prima forma di comunicazione: capire che un no deve essere rispettato. Il femminicidio non è una questione delle donne».

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