Ucciso da un pirata, non solo dal ghiaccio. I primi riscontri sull’autopsia di Emanuele Lenzoni, il 38enne morto nello schianto a bordo del suo scooter lunedì mattina sulla via Tiburtina, all’altezza di Ponte Mammolo, indicano che il ragazzo può avere avuto un impatto con un altro veicolo, non è escluso un mezzo pesante, che lo ha investito. Troppo il sangue, del resto, lasciato sull’asfalto, una circostanza che aveva impressionato gli stessi soccorritori; insolita la dinamica sebbene fosse presente il ghiaccio sull’asfalto: il motorino di Emanuele avrebbe perso aderenza sul rettilineo in prossimità di via Cassino e avrebbe finito la sua corsa a un centinaio di metri di distanza, quasi fosse schizzato via come un proiettile. Non solo.
Gli agenti del IV Gruppo Tiburtino in questi giorni non hanno mai smesso di raccogliere testimonianze e hanno al vaglio le immagini registrate da alcune telecamere della zona. Più di un elemento lascerebbe intendere che il giovane caporeparto in servizio alla Upim di via dei Prati Fiscali possa essere venuto in contatto con un veicolo fuggito via anziché fermarsi per prestare soccorso. In zona, tra l’altro, confluiscono diversi pullman ma anche camion. Da chiarire, poi, secondo questa ipotesi, se sia stato il contatto stesso a decretare la traiettoria fatale al motorino o se lo scooter, sbandando per il ghiaccio, abbia urtato il veicolo che ha finito per travolgerlo. É questo, dunque, lo scenario che si sta delineando dietro alla morte di Lenzoni, papà di due gemellini di 4 anni. Per il momento la Procura non ha dato ancora il via libera per il funerale, la salma resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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