Saif al Islam Gheddafi, considerato il delfino del padre, è stato condannato in contumacia. L'ultima volta che era comparso in tribunale era il 27 aprile, in video conferenza dalla prigione di Zintan, a 180 km a sud-ovest di Tripoli. Era stato arrestato il 19 novembre 2011 mentre cercava di fuggire in Niger. Contro di lui era stato spiccato un mandato di cattura internazionale, in particolare per crimini contro l'umanità commessi durante la repressione della rivolta popolare poi trasformatasi in guerra civile.
Il processo, che vede sul banco degli imputati 37 persone, si è aperto nell'aprile 2014, prima che il caos travolgesse la Libia, ora spaccata con due governi e due parlamenti, uno a Tripoli e un altro a Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale.
Il processo, che vede sul banco degli imputati 37 persone, si è aperto nell'aprile 2014, prima che il caos travolgesse la Libia, ora spaccata con due governi e due parlamenti, uno a Tripoli e un altro a Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale.
Saif al-Islam è stato catturato nel novembre 2011 e da allora è trattenuto da un gruppo di miliziani di Zintan, nel nordovest della Libia, che non riconoscono il governo di Tripoli. All'inizio del processo Saif al-Islam partecipava alle udienze in collegamento video, poi non è più apparso. I miliziani di Zintan si sono sempre rifiutati di consegnare Saif al-Islam alle autorità di Tripoli, pur avendo accettato lo scorso anno l'apertura nella capitale del processo a carico del figlio di Gheddafi.