Orsa Amarena, minacce di morte sul web all'uomo che ha sparato: cento indagati

Da accusato, ora passa a vittima Andrea Leombruni, il 56enne di San Benedetto dei Marsi che ha ucciso con un colpo di fucile, nella notte del 31 agosto, l’orsa simbolo del Parco nazionale dell’Abruzzo-Lazio e Molise

Orsa Amarena, minacce di morte sul web all'uomo che ha sparato: cento indagati
Orsa Amarena, minacce di morte sul web all'uomo che ha sparato: cento indagati
di Manlio Biancone
Venerdì 15 Dicembre 2023, 07:18 - Ultimo agg. 17:16
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L’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena risulta essere persona offesa dopo le minacce di morte ricevute sul web, e sono più di cento le persone indagate. Da accusato, ora passa a vittima Andrea Leombruni, il 56enne di San Benedetto dei Marsi che ha ucciso con un colpo di fucile, nella notte del 31 agosto, l’orsa simbolo del Parco nazionale dell’Abruzzo-Lazio e Molise. E’ stato il suo avvocato di fiducia, Berardino Terra, del foro di Avezzano, a confermare la notizia. «La polizia postale ha individuato i responsabili delle minacce, tramite i Social, e ora sono state indagate dalla Procura della Repubblica. Telefonate minatorie tra l’altro arrivarono pure al sottoscritto e per questo ho presentato querela», ha precisato il legale.

Ora le persone iscritte sul registro degli indagati hanno il tempo di motivare i messaggi inviati a Leombruni e solo dopo il Pm deciderà se portarle a giudizio.

Subito dopo aver esploso il colpo di fucile fatale per Amarena, il web fu invaso da messaggi minatori e per questo il 56enne fu messo sotto scorta. Presentò anche una querela alla stazione dei carabinieri di San Benedetto dei Marsi contro ignoti per minacce di morte. «Sono tre giorni che non dormo e non mangio- raccontò all’Ansa- non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna. Ho sbagliato; l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo... i carabinieri li ho chiamati io- aggiunse- ci devi passare per capire quello che sto provando ora».

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«Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo- commentò la moglie di Leombruni–, c’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?». Infatti per una ventina di giorni fuori l’abitazione dell’indagato sono stati presenti i carabinieri proprio per evitare gesti pericolosi di chi anche sui Social gridava vendetta. E addirittura alcuni cittadini organizzarono piccole ronde per Leombruni dopo che accanto alla sua casa era comparso un murales, subito cancellato con vernice rossa, che ritraeva un cacciatore che sparava con la scritta “giustizia”.

Intanto il procuratore capo di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, è in attesa che gli esperti depositino le perizie. Quella di Rosario Fico, anatomopatologo veterinario, e quella di Paride Minervini, tenente colonnello dell’Esercito, perito balistico che dovrà tracciare l’esatta traiettoria del colpo di fucile che ha ucciso l’orsa rispetto alla posizione dell’indagato. L’altro perito, Luca Russo, invece sta ricercando, dopo il sequestro dei cellulari a Leombruni e alla moglie, i messaggi che si sono scambiati in quei tragici momenti.

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