"Ad Amatrice - ha spiegato Galadini - gli edifici si sono letteralmente sbriciolati e fanno tornare in mente le immagini dei grandi terremoti del passato, come quello del 1980 in Irpinia, e più indietro nel tempo, quello di Avezzano del 1915. Anche lì non era rimasto nulla in piedi e il paese era diventato un ammasso informe di detriti di edifici, che una volta erano case".
Cumuli di macerie, ha proseguito, "in cui si identificano detriti di tutti i tipi: pietre, tegole, mobili e suppellettili della quotidianità casalinga, e sotto le macerie le automobili". Viene spontaneo anche il confronto con il terremoto de L'Aquila del 2009: ''anche lì, come nei paesi intorno, c'era un livello di distruzione significativo, ma mai come quello sto vedendo oggi ad Amatrice".
Dai crolli alla faglia del Monte Vettore, responsabile del sisma del 24 agosto: per i sismologi anche i cambiamenti avvenuti nel suolo possono raccontare molto. "C'è stato sicuramente uno spostamento del suolo - ha detto Galadini - e nell'area a Sud del Monte Vettore si vede molto bene una piccola scarpata, un gradino formato nel suolo dell'altezza di 20 centimetri, costante per un tratto molto lungo".
Arquata-AP la frattura della faglia che potrebbe aver provocato il terremoto del 24 agosto @rainews #TerremotoItalia pic.twitter.com/KG6WXbekHX
— AlfredoDiGiovampaolo (@sirdrake) 29 agosto 2016