Israele al voto, Netanyahu: se vinco le elezioni niente Stato palestinese. Il centrosinistra punta alla vittoria

Israele al voto, Netanyahu: se vinco le elezioni niente Stato palestinese. Il centrosinistra punta alla vittoria
Lunedì 16 Marzo 2015, 17:00 - Ultimo agg. 17 Marzo, 08:03
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Benyamin Netanyahu ha detto in un'intervista al sito israeliano Nrg che se rivincerà le elezioni si opporrà alla nascita di uno Stato palestinese e che Israele si trova ad affrontare una serie di pressioni internazionali che chiedono «il ritorno di Israele ai confini del '67 e la divisione di Gerusalemme».



Quello di domani è un voto che potrebbe cambiare il corso della politica israeliana. Secondo gli ultimi sondaggi, l'Unione Sionista del leader del centrosinistra Isaac Herzog dovrebbe ottenere tra i 24 e i 26 seggi, sui 120 di cui è composto il Parlamento d'Israele, rispetto ai 20-23 seggi del Likud. Ago della bilancia negli scenari post voto potrebbe essere l'ex ministro del Likud Moshe Kahlon, a capo di una formazione di centro-destra concentrata soprattutto sui temi economici e sociali. Finora Kahlon non ha voluto scoprire le sue carte e non ha rivelato con chi intende allearsi dopo.



Recenti sondaggi hanno creato un clima di apprensione nel Likud, secondo quanto riferisce il quotidiano Jerusalem Post. In particolare, precisa il giornale, mentre ancora all'inizio del mese il 60 per cento degli israeliani pensava che Netanyahu guiderà il prossimo governo, la settimana scorsa la percentuale è bruscamente calata al 49,6 per cento. La percentuale di quanti ritengono invece che il nuovo esecutivo sarà guidato da Herzog è balzata al 20 al 30 per cento.



Oggi, in un'intervista alla radio militare, Netanyahu ha ammesso di trovarsi in difficoltà perché ancora, ha constatato, «non possiamo dire che dopo le elezioni avremo il sostegno necessario di almeno 61 dei 120 membri del parlamento».



In questo clima di apprensione per il partito di governo si è inserita oggi una iniziativa, per il momento misteriosa. Qualcuno ha infatti aperto su Facebook una nuova pagina con «Gideon Saar alla guida del Likud». Si tratta di un ex ministro degli interni, molto popolare, che mesi fa ha lasciato la politica attiva per dedicarsi alla famiglia. Alcuni opinionisti si chiedono adesso se quella pagina non indichi un senso crescente di pessimismo nelle file del Likud e non preannunci l'avvio di lotte intestine qualora il partito perdesse le elezioni.



Intanto a un giorno dal voto, Herzog incassa l'appoggio dell'ex primo ministro e anche responsabile della difesa Ehud Barak. «Conosco da decenni Herzog - ha detto Barak, oramai ritiratosi dalla vita politica - è stato segretario di governo nel mio gabinetto e ministro all'epoca della mia guida dei laboristi». «È saggio - lo ha definito Barak secondo i media - esperto e responsabile». Pochi giorni fa anche l'ex presidente di Israele Shimon Peres ha dato il suo sostegno ad Herzog.



Ultimi appelli agli elettori. Netanyahu, attraverso la sua pagina Facebook, ha tentato di serrare le fila nel campo della destra, ribadendo che il suo Likud non farà «alcuna concessione» ai palestinesi e non smantellerà gli insediamenti in Cisgiordania. «Fino a quando il Likud sarà al governo - ha scritto - non divideremo Gerusalemme».



Herzog, a capo dell'Unione Sionista, il raggruppamento di centro-sinistra del quale fa parte anche l'ex ministro della Giustizia Tzipi Livni, ha esortato gli elettori a non disperdere il voto verso altre liste se vogliono mettere fine ai sei anni di governo Netanyahu. Votare per le altre formazioni centriste o di sinistra «impedirebbe il cambiamento e terrebbe Israele bloccato con Bibi», ha detto Herzog.