La persecuzione dei Rohingya, San Suu Kyi risponde a Malala: «Basta disinformazione»

La persecuzione dei Rohingya, San Suu Kyi risponde a Malala: «Basta disinformazione»
Mercoledì 6 Settembre 2017, 12:55 - Ultimo agg. 19:47
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Aung San Suu Kyi interviene pubblicamente sulla crisi dei Rohingya per denunciare quello che definisce «un enorme iceberg di disinformazione» sul conflitto, che fa gli interessi dei terroristi, e rivendicare il fatto che il governo birmano protegge tutti nello stato di Rakhine, quello da cui sono in fuga i civili Rohingya. Lo riporta la Bbc. Suu Kyi è intervenuta sulla crisi nel corso di una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, stando a quanto reso noto dal suo ufficio. Criticata per non essere intervenuta sulla crisi che ha portato almeno 123mila persone a cercare rifugio in Bangladesh dalla fine di agosto, Suu Kyi afferma che il governo «ha già iniziato a difendere tutti i residenti dello stato di Rakhine nel miglior modo possibile».

«Sappiamo molto bene, meglio della maggior parte delle persone, ciò che significa essere privati del rispetto dei diritti umani e della protezione garantita dalla democrazia». «Per questo ci assicuriamo che tutti nel nostro paese godano della tutela dei loro diritti così come del diritto ad una protezione umanitaria e sociale oltre che politica». Nella dichiarazione del Premio Nobel per la Pace e de facto leader di Myanmar si denuncia poi l'esistenza di molte fotonotizie false, che sono solo «la cima di un enorme iceberg di disinformazione calcolato per creare molti problemi tra diverse comunità allo scopo di promuovere l'interesse dei terroristi». L'ultimo conflitto è scoppiato il 25 agosto scorso, quando miliziani rohingyia hanno attaccato postazioni di polizia, scatenando una controffensiva militare che ha provocato una fuga in massa di civili Rohingya verso il Bangladesh.

Intanto, dopo giorni di intensa diplomazia telefonica per cercare una soluzione alla crisi della minoranza islamica dei Rohingya in Birmania, il presidente turco Erdogan ha inviato in prima linea la moglie Emine. La first lady turca si recherà nelle prossime ore in Bangladesh, dove sono giunti oltre 120 mila profughi in fuga dalle violenze nello stato di Rakhine, nella Birmania occidentale. Emine Erdogan, secondo quanto annunciato dal vicepremier Hakan Cavusoglu, avrà «stretti contatti» con i Rohingya nei campi profughi al confine, dove la Turchia ha inviato mille tonnellate di aiuti umanitari - cibo, vestiti e kit d'emergenza - dopo il via libera ottenuto dal presidente Erdogan in una telefonata con la leader birmana e premio Nobel Aung San Suu Kyi. Domani e dopodomani visiterà i campi profughi in Bangladesh anche il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, che stamani ha auspicato «una soluzione duratura» per la crisi dei Rohingya.

 

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