Meloni-Biden, avviso a Israele: asse per fermare la guerra. Il nodo dei fondi bloccati per l'Ucraina

Asse tra i due leader per il cessate il fuoco a Gaza: «Necessario evitare l’escalation»

Meloni a Biden: «Sosteniamo mediazione Usa in Medio Oriente. Soluzione due Stati unica possibile»
Meloni a Biden: «Sosteniamo mediazione Usa in Medio Oriente. Soluzione due Stati unica possibile»
di Francesco Bechis, nostro inviato
Venerdì 1 Marzo 2024, 20:31 - Ultimo agg. 2 Marzo, 15:24
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Un avviso per Bibi Netanyahu, il premier israeliano che promette una guerra a oltranza contro Hamas a Gaza, noncurante della strage di vittime civili. Invece ora «la crisi umanitaria è la nostra priorità numero uno». Insieme, lo sforzo per sbloccare 60 miliardi di dollari in aiuti a Volodymyr Zelensky. Giorgia Meloni e Joe Biden si ritrovano dopo sette mesi alla Casa Bianca. Poteva essere un vis-a-vis di cortesia, e invece il colloquio durato un’ora lancia un segnale forte per la guerra in Medio Oriente e in Ucraina. Sono le due del pomeriggio quando il corteo a sirene spiegate si ferma davanti alla Casa Bianca. Ma questa volta è diverso rispetto a luglio scorso. Torna da presidente del G7. Cerca e ottiene, con una visita incastrata all’ultimo qui in America, un endorsement politico per il summit italiano. E non solo. A Roma non tornerà a mani vuote. Prima dell’incontro, la premier pubblica sui social un video e la notizia quasi insperata. Il trasferimento in Italia di Chico Forti, il 65enne italiano condannato all’ergastolo per omicidio, ma sempre dichiaratosi innocente. Basterebbe questo, a rendere il vis a vis alla Casa Bianca qualcosa di più di una photo opportunity, che pure serve alla premier per rafforzarsi. Slitta però il punto stampa a Washington, Meloni parte subito per Toronto, dove oggi incontra Justin Trudeau. 

L’ACCOGLIENZA

Hanno storie e credi politici diversi, opposti, Meloni e Biden.

Lui la accoglie comunque come una vecchia amica, «Sono felice di averti qui, Giorgia». E ai cronisti confessa: «L’ho accolta canticchiando Georgia on my mind». Nello Studio Ovale le agende vanno allineate e in fretta. Sulla guerra in Medio Oriente, con il presidente americano che annuncia una nuova iniziativa umanitaria, insieme alla Giordania, per portare con navi e aerei militari aiuti e beni di prima necessità nella Striscia Meloni rilancia: «Dobbiamo garantire la prospettiva di due popoli e due Stati, l’unica soluzione di lungo termine sostenibile». È il segnale di un cambio di passo. La crescente insofferenza, a Roma come a Washington, per la guerra a oltranza di Netanyahu contro il terrorismo di Hamas che nella Striscia continua a mietere migliaia di vittime civili. L’ultimo massacro: cento morti in fila per il pane, schiacciati nella calca. Immagini che hanno scosso Meloni, anche Biden chiede ora «di fare chiarezza». Prima di tutto, ammette la premier, viene «la situazione umanitaria». «Dobbiamo coordinare le nostre azioni per evitare una escalation, sosteniamo pienamente lo sforzo di mediazione degli Stati Uniti», aggiunge. Bibi avvisato: una finestra si sta chiudendo. Serve una via diplomatica. Ma c’è anche la guerra in Ucraina che bussa alla porta. Zelensky ha chiesto a Meloni, a Kiev, di riferire al presidente Usa la sua angoscia. Senza il pacchetto da 60 miliardi di euro bloccato dai Repubblicani al Congresso, addio resistenza. Ne parla con Biden. Si informa con l’ambasciata italiana sul dedalo di veti e controveti che impedisce a Zelensky di rilanciare la controffensiva mentre i russi avanzano. Biden è in difficoltà: martedì prossimo c’é il Super Tuesday, il giorno clou per decidere le primarie repubblicane e democratiche. La guerra stanca, anche i dem. Riconosce all’italiana un ruolo ormai consolidato: «Tu ci hai sostenuto fin da subito, grazie per il tuo incrollabile sostegno». Segue sospiro. «I fondi al Congresso sono bloccati».

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Poi ci sono le urgenze di casa nostra. «Arrivo oggi qui con una proposta di un’alleanza globale contro il traffico di esseri umani», annuncia Meloni. «Il traffico di esseri umani è diventata l’attività finanziaria criminale più redditizia a livello globale». Viene da lontano, questa chiamata alle “armi”. Aveva provato a scuotere il Palazzo di Vetro dell’Onu, a settembre, chiedendo una «lotta senza quartiere» ai trafficanti. Ora l’iniziativa prende forma sotto il cappello Ue: l’ha pensata insieme a Ursula von der Leyen. Il piano: condividere informazioni di intelligence per tracciare e sgominare i trafficanti nell’Africa subsahariana e non solo. Biden darà il suo assenso. È un sì denso di politica: può così dimostrare ai trumpiani che anche i democratici sposano la linea dura sull’immigrazione illegale. Meloni torna sull’Africa. «Non è un continente povero ma ha importanti risorse umane naturali purtroppo sfruttate fin qui con un approccio predatorio». 

LE BATTUTE

Lo spray, la chiacchierata tradizionale al caminetto sotto il ritratto di Lincoln, si chiude fra battute e sorrisi d’intesa. Biden scherza sulla moglie Jill: «Ho dato un contributo alle relazioni italoamericane sposandola». Sfoggia degli eccentrici calzini tappezzati di bandiere a stelle e strisce. È lucido, ma tradisce stanchezza: scambia l’Ucraina per Gaza, un’altra gaffe. Sulla scrivania una pila di libri. In cima il libro del giornalista Nick Bryant, nel titolo c’è una domanda che in Europa si fa largo in vista delle presidenziali: «Quando l’America ha smesso di essere grande».

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