More than 300 captives, most children and many in chains, were rescued from a building in the Nigerian city of Kaduna. Read more: https://t.co/RfrMnRCd3H pic.twitter.com/Heskww03an
— Reuters Top News (@Reuters) September 27, 2019
La polizia, citata dal sito Sahara Reporters, ha detto che le vittime provenivano da diversi altri Paesi africani, tra cui Burkina Faso e Mali. Il responsabile del centro e diversi suoi collaboratori sono stati arrestati. «Qualcuno ci ha informati - ha detto Ali Janga, capo della polizia di Kaduna - che qualcosa stava succedendo in questo centro di riabilitazione, o centro islamico. Allora siamo andati a controllare, e abbiamo scoperto che non era né un centro di riabilitazione né una scuola islamica. C'erano anche bambini, alcuni portati da Paesi confinanti e da varie regioni della Nigeria. La maggior parte erano tenuti incatenati. Sono stati abusati, de-umanizzati». La polizia sta ora indagando per capire come i prigionieri siano stati portati in questa che è già stata ribattezzata 'la casa degli orrori.
Il responsabile del centro e diversi suoi collaboratori sono stati arrestati. «Qualcuno ci ha informati - ha detto Ali Janga, capo della polizia di Kaduna - che qualcosa stava succedendo in questo centro, nel quartiere di Rigasa. Allora siamo andati a controllare, e abbiamo scoperto che non era né un centro di riabilitazione né una scuola islamica. C'erano anche bambini. La maggior parte erano tenuti incatenati. Sono stati abusati, de-umanizzati». I media nigeriani hanno pubblicato fotografie scioccanti di alcuni dei prigionieri liberati. In una si vede un ragazzino con cicatrici sulla schiena, apparentemente conseguenze delle frustate ricevute. Un'altra immagine mostra le gambe di un altro giovane, con ancora i ceppi delle catene alle caviglie. Un ragazzo che è stato tenuto prigioniero per tre mesi, Bello Hamza, ha detto di essere stato lasciato a Kaduna dalla famiglia.
«Ci dicevano che volevano insegnarci il Corano e l'Islam - ha raccontato - ma in realtà facevano altre cose.
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