Perché Abramovich è stato scelto dall’Ucraina come “mediatore” ai colloqui tra russi e ucraini (e perché gli conviene)

Perché Abramovich è stato scelto dall’Ucraina come “mediatore” ai colloqui tra russi e ucraini (e perché gli conviene)
Lunedì 28 Febbraio 2022, 13:59 - Ultimo agg. 20:16
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Roman Abramovic lascia il mondo del calcio e entra nel mondo della politica. 

Dopo esser stato il presidente del club calcistico inglese Chelsea per venti anni (dal 2003 ndr) ora è giunto al primo e vero banco di prova della sua carriera diplomatica: l'ex patron dei Blues potrebbe avere un ruolo cruciale nel conflitto russo-ucraino.

Secondo quanto riporta il Jerusalem Post, il milionario russo-israeliano è «stato richiesto dall’Ucraina per aiutare nei colloqui e ha viaggiato fino in Bielorussia per partecipare alle discussioni».

Nelle ultime ore, Abramovic ha sottolineato più volte di essere un «uomo di pace» e per tale motivo è in Bielorussia ai colloqui tra russi e ucraini su richiesta dell’Ucraina, per fungere da mediatore. Come sappiamo infatti, delegazioni dalla Russia e dall’Ucraina sono arrivate alla città bielorussa di confine di Gomel e hanno iniziato i colloqui volti a trovare un modo per porre fine ai combattimenti in Ucraina. Abramovich ha stretti legami con le comunità ebraiche in Ucraina e Russia. L’ambasciatore dell’Ucraina in Israele, Yevgen Kornichuk, pur non commentando in maniera specifica il coinvolgimento di Abramovich nei colloqui in Bielorussia, ha comunque aggiunto: «Apprezziamo chiunque possa aiutare, se ha abbastanza influenza».

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Nelle scorse ore il proprietario del Chelsea Football Club è stato preso di mira a Londra per le notizie sulla sua passata amicizia con il presidente russo Vladimir Putin.

E in parlamento sono aumentate le richieste per sanzioni a suo carico. Da qui la decisione di affidare la gestione del Chelsea agli amministratori della fondazione di beneficenza del club. 

Inoltre, il Regno Unito ha già stilato un elenco degli oligarchi russi che potrebbero essere sottoposti a sanzioni e che sono vicini al presidente russo. Abramovich ha dato il via alla cessione del club dopo la richiesta di un membro del Parlamento britannico, avvenuta dopo l’invasione della Russia in Ucraina, di passare di mano il Chelsea. Un messaggio che, dopo quello lanciato dall’Unione europea di congelare i beni all’estero di Putin e di esponenti di spicco del governo, può aver fatto preoccupare Abramovich, visto che si pensa di colpire anche alcuni oligarchi russi in una successiva ondata di nuove sanzioni. Attraverso il passaggio alla Fondazione, pur perdendo la gestione diretta della squadra, Abramovich ha così messo al sicuro la sua proprietà.

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