Il sistema scolastico inglese è in profonda crisi economica e gli istituti stanno valutando la possibilità di tagliare le ore di lezione. Gli alunni, è il piano al quale si sta lavorando, entrerebbero in classe solo tre giorni alla settimana. Una riduzione drastica dettata da due emergenze: l’impennata dei costi energetici e gli aumenti salariali degli insegnanti che entreranno in vigore da settembre.
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INFLAZIONE E BOLLETTE
I presidi di tutto il Paese, scrive il Telegraph, stanno tenendo «riunioni di crisi» in vista della ripresa del trimestre autunnale, pressati dalle spese per elettricità e riscaldamento e dagli incrementi delle buste paga del personale, esborsi che crescono più velocemente di quanto consentano i loro budget.
BILANCI IN ROSSO
Robin Bevan, preside della Southend High school for boys nell’Essex, anticipa: «Se una settimana breve non è già stata pianificata, sarà sicuramente presa in considerazione da alcune scuole. In assenza di investimenti sopra l’inflazione attesi da tempo nei finanziamenti scolastici, diventerà una prospettiva realistica prima piuttosto che dopo». Lo stesso Bevan spiega che la sua scuola sarà costretta a dare fondo alle limitate riserve per continuare a funzionare. A fronte di disponibilità in aumento di 300 mila sterline, dovrà mettere a bilancio 2.200 sterline in più per le bollette, 70 mila sterline per gli aumenti di stipendio degli insegnanti e altre 40.000 per il personale di supporto. Il preside non nasconde la sua preoccupazione per il sistema scolastico inglese: «Il futuro è eccezionalmente cupo - afferma - I costi stanno aumentando più velocemente di quanto i budget possano adattarsi».
IL CONFRONTO
Un portavoce del Dipartimento per l’istruzione conferma l’emergenza ma respinge la possibilità di un taglio delle ore di lezione: «Riconosciamo che le scuole, proprio come l’economia in generale, stanno affrontando costi maggiori, anche per l’energia e la retribuzione del personale. La settimana scolastica dovrebbe durare un minimo di 32,5 ore – la media attuale – per tutti gli istituti tradizionali finanziati dallo Stato. Migliaia di scuole offrono già questa durata della settimana entro i budget esistenti e ci aspettiamo che gli attuali piani di finanziamento ne tengano conto». Anche Geoff Barton, segretario generale dell’Association of school and college leaders, è tiepido sull’ipotesi di una riduzione del tempo passato in classe: «La nostra organizzazione - dichiara a NationalWorld - non ha avuto contatti diretti con alcun dirigente che stia valutando la possibilità di comprimere le settimane a tre o quattro giorni».
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