Terremoto Taiwan, 9 morti e decine sotto le macerie: danni all'industria dei chip, economia in ginocchio

Dopo il sisma di magnitudo 7.4 di oggi è iniziata la conta delle perdite, non solo in termini di vite umane ma anche dal punto di vista economico

Terremoto Taiwan, perché il sisma di stamattina preoccupa tutti: dai danni alle vittime, passando per lo stop delle big tech, cosa sta succedendo
Terremoto Taiwan, perché il sisma di stamattina preoccupa tutti: dai danni alle vittime, passando per lo stop delle big tech, cosa sta succedendo
di Ludovica Lunghi
Mercoledì 3 Aprile 2024, 19:55 - Ultimo agg. 4 Aprile, 12:31
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Una scossa terribile, come non si sentiva da almeno venticinque anni. Un sisma a cui hanno fatto seguito altre 101 repliche o "aftershock". Quello di stamattina a Taiwan non è stato un terremoto come gli altri. Registrato alle 7.58 locali a 18 km a sud-est di Hualien City, a circa 155 km a sud della capitale Taipei, ad una profondità di 34,8 km, il sisma ha provocato nove morti ed oltre ottocento feriti. Il tutto, con gravi danni per la produzione di chip di smartphone, veicoli elettrici e strumenti di intelligenza artificiale. Ma il bilancio potrebbe essere molto più grave. Anche se, come sottolineato dal presidente dell'Ingv Carlo Doglioni, il sisma «ha colpito un’area densamente popolata, dove però c’è una cultura sismica diffusa e i danni sono per questo relativamente ridotti».

Terremoto a Taiwan, scossa di magnitudo 7.4: la più forte degli ultimi 25 anni. Oltre 800 feriti e 9 morti 

Il sisma

Una scossa molto forte ha svegliato stamattina gli abitanti di Taiwan. Come riportato dall'Istituto geofisico statunitense Usgs, alle 7.58 di oggi (l'1.58 in Italia) un terremoto di magnitudo 7.4 ha fatto tremare la piccola nazione insulare, situata a 180 km dalla Cina. Il sisma è stato localizzato precisamente a 18 km a sud-est di Hualien City, a circa 155 km a sud della capitale Taipei, ad una profondità di 34,8 km. Una scossa violenta, la più forte degli ultimi 25 anni, a cui hanno fatto seguito altre 101 repliche di assestamento, chiamate anche "aftershock", nove delle quali di magnitudo tra i 5 e i 6 gradi. Sentito anche in Cina fino a Shanghai, il terremoto ha interessato specialmente la provincia del Fujian, quella dall'altra parte dello Stretto di Taiwan: la scossa, infatti, è stata avvertita anche a Fuzhou, Xiamen, Quanzhou e Ningde.

I danni

Sono stati moltissimi i danni del terremoto di stamattina. Avvertito in tutta Taiwan a causa della poca profondità, il sisma ha provocato numerosi crolli e disagi. Oltre ai nove morti, moltissime persone sono ancora intrappolate sotto le macerie, mentre il bilancio dei feriti è arrivato a 800. Secondo i media di Taiwan a Hualien City, nell'omonima contea, sono crollati alcuni edifici. In particolare, un'emittente locale pubblica sul suo sito l'immagine di un edificio residenziale di cinque piani gravemente danneggiato: il primo piano del palazzo è crollato mentre il resto è inclinato con un angolo di 45 gradi. Non ci sono per il momento notizie di feriti o vittime nella città. Nella capitale Taipei, tegole sono cadute dagli edifici più vecchi e si registrano danni all'interno di alcuni complessi di uffici. Il servizio ferroviario è stato sospeso in tutta l'isola di 23 milioni di abitanti, così come il servizio della metropolitana a Taipei. Nella capitale però la situazione è tornata rapidamente alla normalità e le scuole sono aperte. A preoccupare sono stati anche i problemi alla rete elettrica, che hanno lasciato più di 87.000 persone senza elettricità. Tra gli altri danni, anche un'enorme frana sul pendio di Chongde dell'autostrada Suhua, che avrebbe causato la caduta dell'intero ponte Qingshui, situato sul lato nord del tunnel di Daqingshui. A rimanere intrappolati anche 70 minatori, al momento bloccati in due miniere di carbone. Lo ha riferito l'Agenzia nazionale dei vigili del fuoco di Taiwan secondo cui i lavoratori sono bloccati in due miniere nella contea di Hualien, luogo dell'epicentro: nella prima sono intrappolati in 64, nella seconda in sei.

Cosa è successo, la spiegazione

Secondo il presidente dell'Ingv Carlo Doglioni, il terremoto di stamattina sarebbe «legato alla convergenza della placca delle Filippine con l’isola di Taiwan di circa 7 cm/anno. Eventi di questa magnitudo ne avvengono in media una quindicina l’anno al mondo, ma in questo caso il terremoto ha colpito un’area densamente popolata, dove però c’è una cultura sismica diffusa e i danni sono per questo relativamente ridotti». L'isola di Taiwan è stretta in una morsa, che scatena periodicamente grandi terremoti come quello avvenuto nelle prime ore del 3 aprile con magnitudo 7.4. «Si trova compressa tra la placca delle Filippine e quella Eurasiatica», ha aggiunto all'ANSA Carlo Doglioni: «La placca delle Filippine si avvicina a quella Eurasiatica di oltre 7 centimetri l'anno e questo attiva lo scorrimento delle faglie. La scossa - aggiunge Doglioni - è stata 30 volte più forte di quella registrata a L'Aquila nel 2009».

Secondo l'Istituto Geologico degli Stati Uniti, infatti, la placca dell'Eurasia spinge verso Est in direzione contraria a quella delle Filippine, e la rottura della faglia che ha generato il forte sisma è avvenuta lungo una linea che va da Nord-Est a Sud-Ovest. «In genere, questi eventi seguono un percorso standard - afferma Doglioni - con una prima scossa più forte seguita da scosse di assestamento di intensità inferiore. La durata di questo fenomeno dipende dalla magnitudo del terremoto principale: più è forte più tempo ci vuole».

Il conseguente tsunami

 

La scossa di stamattina avrebbe provocato anche un conseguente tsunami. L'agenzia meteorologica giapponese ha infatti reso noto che un maremoto provocato dal violento terremoto a Taiwan ha raggiunto le isole di Yonaguni e Ishigaki, nella prefettura di Okinawa, avvertendo inoltre della possibilità di tsunami più grandi, con onde alte fino a 3 metri. Le autorità locali hanno esortato le persone che si trovano in queste aree di evacuare il prima possibile verso altipiani o luoghi sicuri.

 

Aiuti anche dalla Cina e dall'Ue

Ad aiutare Taiwan anche la Cina, che ha espresso le più sincere condoglianze ai connazionali dicendosi molto preoccupata. «La Cina continentale sta prestando molta attenzione al terremoto registrato nella regione di Taiwan e allo sviluppo del disastro, ed è disposta a fornire assistenza in caso di catastrofe», ha affermato Zhu Fenglian, portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan del governo centrale cinese. Pechino «è molto preoccupata per la situazione ed esprime sincera solidarietà ai connazionali di Taiwan colpiti dal disastro», ha aggiunto la portavoce. Ad aggiungersi alla Cina anche l'Unione Europea, che attraverso il suo portavoce Charles Michel ha espresso la sua vicinanza: «Il mio sentito sostegno va a tutte le persone colpite dal terremoto a Taiwan e le mie condoglianze alle famiglie delle vittime. L’Unione Europea e pronta a fornire tutta l’assistenza necessaria». Lo scrive su X il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, commentando il terremoto più potente che ha colpito l’isola da 25 anni.

 

Le parole della presidente Tsai Ing-wen

La risposta al disastro del violento terremoto di questa mattina e delle successive scosse di assestamento «è in corso. Sono profondamente grata per i messaggi di sostegno che abbiamo ricevuto da tutto il mondo e per i nostri primi soccorritori per il loro lavoro a tutela della vita delle salvavita». Lo ha scritto su X la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen. «Il mio cuore è con tutti coloro che sono colpiti. Per favore, restate in contatto con i vostri cari e state al sicuro», ha aggiunto Tsai. Tra i messaggi ricevuti, quello del premier nipponico Fumio Kishida. «Vorrei esprimere la mia gratitudine al premier Kishida per le sue parole di simpatia. Ha portato calore nei cuori a Taiwan. Io stesso ho visto i giapponesi postare messaggi di sostegno sui social media e ho sentito ancora una volta l'amicizia tra Taiwan e il Giappone», ha scritto sul punto la presidente.

 

Stop anche alla produzione di chip

A causa del terremoto, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (Tsmc), il più grande produttore mondiale di chip avanzati, ha fermato i macchinari per la produzione di chip ed ha evacuato il personale. Lo riferisce Bloomberg. Il principale produttore di chip a contratto con Apple e Nvidia, ha spostato il personale da alcune aree e ha affermato che sta valutando l'impatto del sisma di magnitudo 7,4 al largo della costa orientale di Taiwan. Anche la più piccola rivale locale, la United Microelectronics, ha fermato i macchinari in alcuni stabilimenti evacuando alcune strutture nei suoi hub di Hsinchu e Tainan, si legge in una nota. Un fatto, questo, che potrebbe avere gravi conseguenze sulle forniture. Come riporta Bloomberg, infatti, il paese asiatico ricopre infatti un ruolo fondamentale nell'industria mondiale dei chip, alla base di smartphone, veicoli elettrici e stumenti di intelligenza artificiale, al punto da produrre tra l'80 e il 90% dei chip mondiali di fascia alta. 

 

Le conseguenze

Gran parte di Taiwan è ritornata a una surreale normalità dopo il violento sisma di questa mattina, nonostante le scosse di assestamento per potrebbero durare per quattro giorni, secondo le autorità dell'isola: tuttavia, c'è molta attenzione e timore per l'epicentro del terremoto, la contea di Hualien, in gran parte tagliata fuori dalla maggior parte dell'isola. Strade, ponti e tunnel sono stati gravemente danneggiati, alcuni sono crollati, ed è difficile per i soccorritori arrivarci, mentre numerose persone sono ancora intrappolate negli edifici pericolanti, con diverse strutture vicine al collasso, in base ai media locali. È difficile portare gli aiuti in quelle zone al punto che è stato mobilitato l'esercito per i soccorsi più urgenti. Una delle maggiori preoccupazioni, inoltre, sta nel fatto che quest'area ospita una delle più grandi basi militari di Taiwan. Il ministero della Difesa sta facendo il punto sulle sue strutture militari per verificare i danni. Il ministero degli Esteri, intanto, ha espresso apprezzamento per il sostegno mostrato da «alleati e amici» dopo il terremoto. «Il sostegno di alleati e amici nei momenti di avversità tocca i nostri cuori e rafforza la nostra determinazione», ha scritto il ministero su X.

 

Danni ai Jet F-16

L'aeronautica militare di Taiwan ha riferito che otto aerei da combattimento F-16 sono stati «leggermente danneggiati» dal forte terremoto di questa mattina in una delle basi nella contea di Hualien da dove sono di solito fatti decollare per contrastare le incusioni dei jet cines, sempre più frequenti intorno all'isola. Secondo i media locali, tuttavia, gli aerei «sono destinati a tornare in servizio molto presto». I caccia sarebbero infatti stati leggermente danneggiati a causa dello scuotimento e al movimento della scala d'imbarco dovuti al sisma, ma ciò non influisce sulla loro prontezza al combattimento.

 

La situazione delle chiese

«Fortunatamente abbiamo appreso dal vescovo di Hualien che nessuna chiesa parrocchiale o edificio della sua diocesi è stato danneggiato e che nessun fedele cattolico è stato ferito». È l'aggiornamento del presidente dei Vescovi di Taiwan sulla situazione a poche ore dal sisma di questa mattina. «Poiché l'epicentro del terremoto è a Hualien - dice al Sir il vescovo John Baptist Lee - gli edifici e le persone di Hualien sono quelli che soffrono di più e alcuni sono ancora sotto shock. Secondo le ultime notizie, almeno sette persone sono morte, altre 700 ferite e decine sono rimaste intrappolate tra cui alcuni turisti, mentre nelle altre città non si registrano danni o vittime significativi». «Poiché le autorità locali stanno ora soccorrendo le vittime nelle zone colpite dal disastro - aggiunge il presidente dei Vescovi -, è troppo presto per dire quante vittime ci sono e di quale aiuto concreto hanno bisogno. Pertanto, per il momento, vi preghiamo da un lato di tenerci nelle vostre preghiere e dall'altro di permetterci di seguire da vicino l'evolversi della situazione».

 

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