Forza Italia, il rilancio: «Riprendiamoci il centro». Possibile apertura a Carfagna e Gelmini, non si escludono convergenze con Renzi

La ripresa di Berlusconi e la crisi del Terzo Polo rivitalizzano gli azzurri

Forza Italia, il rilancio: «Riprendiamoci il centro». Possibile apertura a Carfagna e Gelmini, non si escludono convergenze con Renzi
Forza Italia, il rilancio: «Riprendiamoci il centro». ​Possibile apertura a Carfagna e Gelmini, non si escludono convergenze con Renzi
di Emilio Pucci
Mercoledì 12 Aprile 2023, 00:14 - Ultimo agg. 14 Aprile, 16:20
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 Se in questa fase fosse impegnato politicamente in maniera attiva Berlusconi non avrebbe affondato il colpo, anzi avrebbe fornito qualche consiglio a Renzi con il quale ha da tanto tempo un ottimo rapporto. Del resto, la linea ufficiale dei vertici di FI è quella del massimo rispetto per quello che succede nelle altre forze politiche, «non entriamo nelle dinamiche altrui». Ma è chiaro che qualora le fibrillazioni tra Calenda e Renzi portassero ad un reale sfaldamento del Terzo Polo, dalle parti del partito azzurro si stapperebbe lo champagne. Già adesso FI gonfia il petto, per la serie «lo avevamo detto che non esiste alcun Terzo Polo, in Italia c’è il bipolarismo, non c’è spazio per chi non si schiera da una parte o dall’altra». E la strategia dei forzisti, al di là delle tensioni interne nate dopo gli avvicendamenti alla Camera e sui territori, è quella di tenere ben saldi i piedi nel centrodestra. Insomma, fino a dopo le Europee nulla cambierebbe qualora il leader di Azione e quello di Italia viva decidessero di separarsi. 

Il tam tam in FI è che chi ha lasciato Berlusconi si sia già pentito. Si fanno ovviamente i nomi delle ex ministre di Draghi, Gelmini e Carfagna.

La prima è da sempre in ottimi rapporti con il nuovo coordinatore regionale in Lombardia, Sorte, e la seconda ha sempre contestato non certamente il Cavaliere quanto la (vecchia) tendenza del partito di fare asse con la Lega.

ABBASSARE I TONI

«C’è chi vuole entrare in Forza Italia e ha già bussato la porta. È il richiamo del potere», si riferisce nei gruppi azzurri. «Bisogna abbassare i toni e accelerare verso la costruzione di quel polo liberale, moderato e riformista a cui stiamo lavorando insieme da tempo», sottolinea l’ex responsabile del Mezzogiorno nel precedente esecutivo. Fatto sta che il “terremoto” in corso nel Terzo Polo al momento ha riacceso la competizione al centro. «I moderati siamo noi, non altri», dicono in FI. «La crisi di Forza Italia, a prescindere dallo stato di salute di Berlusconi, può essere una grande occasione per noi. Se ci presentiamo con le polemiche degli ultimi giorni, però, non saremo attrattivi per nessuno», chiosa l’europarlamentare di Renew Ferrandino. Se il matrimonio che era stato siglato tra Azione e Iv finisse male, si aprirebbe la caccia in Parlamento. Ma le vere manovre politiche ci sarebbero più avanti. I renziani sostengono che la vera paura di Calenda sia quella di un cambio di rotta del senatore di Rignano che potrebbe allearsi con gli azzurri e non più con Azione.

IL CONFINE DEL CENTRO

Tuttavia, l’ex premier, pur avendo buoni collegamenti con moltissimi esponenti di Forza Italia, non oltrepasserebbe mai la linea di confine del centro. «Lo scenario politico - sintetizza un big di Forza Italia - potrebbe cambiare solo al termine della legislatura. Soprattutto se Tajani dovesse consegnare il partito nelle mani di Giorgia Meloni e garantire la rielezione solo dei suoi. A quel punto potrebbe nascere una nuova cosa dei moderati». 

 

Ma la tesi di una FI fagocitata da Fdi è respinta, per esempio, dal capogruppo alla Camera, Barelli. «Non si discute della successione di Berlusconi. Siamo una squadra e il nostro allenatore è lui. E comunque non siamo mai stati appiattiti su Fratelli d’Italia», ha rimarcato, «noi siamo semplicemente un pilastro del governo». E sulla lite Renzi-Calenda ha osservato: «È un problema. Sono amico di entrambi, cercherò di farli ragionare. Prima di separarsi bisogna pensarci molto». Più netta la deputata Mazzetti: «Il “Terzo” polo si conferma per quello che è: una finzione politica. Questo “terzo” polo, ora probabilmente quinto e tra una settimana in zona retrocessione, non sta convincendo gli elettori e nemmeno i suoi dirigenti. Il tutto mentre Forza Italia, che dicevano di voler azzannare, governa e porta a casa provvedimenti importanti». «Si dialoga con tutti partendo dai valori e dagli ideali del centrodestra», taglia corto l’ex capogruppo azzurro Cattaneo.

UN OSTACOLO

I rapporti di buon vicinato sono con Renzi, mentre Calenda è sempre stato considerato un ostacolo. E criticato pure negli ultimi giorni per aver argomentato la tesi secondo la quale senza Berlusconi Forza Italia sarebbe finita. Ora gli azzurri assaporano già la rivincita per quelle affermazioni, quel derby al centro che alle Politiche ha visto FI e il Terzo polo raggiungere più o meno le stesse percentuali potrebbe non giocarsi più, il convincimento tra gli azzurri. «Ora quei voti torneranno a noi», il ragionamento.

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