Click day, dalla Campania il 43% delle richieste: «Migranti indispensabili»

L'allarme dei costruttori: «Non riusciamo a trovare la manodopera che occorre, specialmente under 35»

L'ultimo sbarco di Salerno
L'ultimo sbarco di Salerno
di Nando Santonastaso
Giovedì 6 Aprile 2023, 07:03 - Ultimo agg. 7 Aprile, 11:00
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«Non riusciamo a trovare la manodopera che occorre, specialmente under 35: di fatto siamo quasi nell'impossibilità di rispettare la riserva di posti ai giovani e alle donne prevista dal Pnrr per i cantieri da realizzare entro il 2026». Luigi Della Gatta, presidente dell'Associazione dei costruttori della Campania non è affatto sorpreso di fronte ai dati resi noti ieri dal Viminale a proposito delle istanze presentate dalle imprese per i lavoratori extracomunitari subordinati, anche stagionali, da impiegare nel 2023. Su oltre 252 mila domande presentate in tutta Italia in occasione del click day organizzato dal ministero dell'Interno (per quasi il 50% sono stati chiesti lavoratori bengalesi), più di 109mila provengono dalla sola Campania (il Lazio che è secondo nella graduatoria regionale non supera quota 21mila), con Napoli nettamente prima tra le province. E l'edilizia è non a caso il settore produttivo maggiormente gettonato nell'ambito del lavoro subordinato non stagionale tra quelli previsti dal Dpcm (autotrasporto, edilizia, turistico/alberghiero, meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale): ben il 70,7% delle domande su base nazionale, con turismo-alberghiero e alimentare nettamente distanziati con percentuali di poco superiori all'8%. Solo da Napoli e provincia sono state cliccate più di 27mila istanze per questa particolare tipologia occupazionale, 20mila in più rispetto a Roma e a Milano, mentre Salerno e Caserta che seguono nella specifica classifica sono rispettivamente a quota 5.699 e 4.753.

«I problemi di manodopera esistono, inutile negarlo, spesso nascosti per così dire dal ricorso al lavoro nero che rimane una piaga profonda anche nel settore delle costruzioni. Ma un peso non indifferente è sicuramente ascrivibile anche al Reddito di cittadinanza che ha allontanato molti lavoratori dalle imprese e non solo ovviamente da quelle edili», spiega Angelo Lancellotti, presidente dell'Associazione costruttori di Napoli. 

In ogni caso senza manodopera regolare straniera, e nella fattispecie extracomunitaria, le imprese soffrono e guardano sempre più preoccupate al futuro.

Non è un caso che il Decreto flussi prevede al massimo 82.705 quote (la metà delle quali destinata al comparto agricolo e al settore turistico-alberghiero) mentre associazioni di categoria e sindacati valutano in oltre 200mila unità la manodopera occorrente nei rispettivi settori. A cominciare dall'agricoltura che sembra assorbire la quota maggiore di istanze di lavoro stagionale arrivate alla piattaforma telematica del Viminale, ben 151mila. E anche in questo caso la Campania è largamente in testa tra le regioni con Napoli prima in assoluto con 40.513 domande tra le province, seguita da Salerno con 14.056 e Caserta con 12.993. 

Ad incidere, come ormai accade da tempo, sono soprattutto le campagne di raccolta dell'ortofrutta e del pomodoro ma del resto in Campania la presenza del lavoro straniero è sempre più indispensabile (come del resto in tutta Italia dove si contano a marzo 2023 circa 358mila addetti all'agricoltura provenienti da 164 Paesi, in maggioranza extracomunitari). Il problema, come detto, è che ne occorrono sempre di più viso che gli italiani sembrano avere perso interesse per questa come per altre attività: Coldiretti, a esempio, stima in 100mila lavoratori la manodopera mancante nelle campagne e lo stesso indica Confagricoltura, entrambe preoccupate delle possibili conseguenze sulla raccolta e sulle lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Ma tutti i settori indicati dal Decreto spingono da tempo perché i numeri dei lavoratori extracomunitari siano superiori a quelli previsti. Anche perché il decreto flussi in genere regolarizza le situazioni degli extracomunitari già presenti nel Paese in modo illegale e quindi, osservano imprese e associazioni datoriali, non porta all'effettivo accesso di ulteriore personale, lasciando ampio il divario tra la domanda di lavoro e l'offerta. «E poi c'è un problema di formazione insiste Lancelotti -: alle imprese, in particolare a quelle edili, serve manodopera sempre più qualificata, dotata cioè di competenze capaci di adeguarsi alle mutate condizioni produttive di questo settore. Il nostro Centro di formazione (ente bilaterale nel quale imprese e sindacati edili lavorano fianco a fianco, ndr) presenterà nei prossimi giorni una nuova iniziativa in tal senso rivolta in particolare ai lavoratori stranieri». Quelli regolari, ovviamente, che però rischiano di essere una minoranza rispetto al totale degli occupati nel settore, un aspetto tutt'altro che trascurabile ai fini della qualità delle prestazioni richieste.

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Il ministro dell'interno Piantedosi ha già spiegato che il click day non va inteso come una procedura di regolarizzazione ma non ha escluso che in futuro possano esserci altri decreti simili venendo incontro alle richieste delle imprese. «Se si dovesse ravvisare la necessità di ampliare la quota non ci sono pregiudizi» ha detto ad un'iniziativa di Confcommercio nei giorni scorsi. Di sicuro la macchina organizzativa predisposta dal Viminale a fine marzo ha funzionato molto bene e la procedura è in pieno svolgimento. «Le domande presentate dai datori - che hanno indicato il nominativo di ciascun lavoratore, nel rispetto delle nazioni di provenienza riportate dal Decreto flussi, e il relativo settore di impiego - sono già in corso di distribuzione, per ambito provinciale, a ciascuno Sportello Unico per l'Immigrazione» spiega il ministero in una nota. Lo Sportello unico «potrà così procedere alla relativa istruttoria procedimentale tramite il sistema informatico dedicato, nel rispetto dell'ordine cronologico di arrivo delle istanze e nel limite delle quote che saranno comunicate in via telematica dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali». 

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