Caos governo, gelo del Colle, cambia il Decreto sicurezza bis

Decreto sicurezza-bis, la bozza: niente multe per chi soccorre i migranti. Sanzioni alle navi che violano le norme
Decreto sicurezza-bis, la bozza: niente multe per chi soccorre i migranti. Sanzioni alle navi che violano le norme
Martedì 21 Maggio 2019, 18:51 - Ultimo agg. 22 Maggio, 12:02
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Nella quarta versione del decreto sicurezza bis, voluto da Matteo Salvini, che nella prima stesura prevedeva sanzioni da 3.500 a cinquemila euro per ogni migrante trasportato a bordo di una nave, sparisce il riferimento a profughi, naufraghi e salvataggi. Ma nelle motivazioni del decreto che doveva punire chi soccorre persone in mare scompare anche «la straordinaria necessità e urgenza dovuti all’attuale contesto internazionale». Non è più il pericolo di terrorismo a motivare l’approvazione della legge, bypassando le Camere, ma la «straordinaria necessità di prevedere misure che contrastino prassi elusive della normativa internazionale in materia di pubblica sicurezza».

IL COMANDANTE
L’ultima stesura del documento, dopo le polemiche nel governo e i rilievi del Quirinale, è decisamente soft. È sparito il passaggio sull’obbligo del comandante delle imbarcazioni di rispettare le indicazioni sul luogo di sbarco da parte dell’autorità competente sull’area di ricerca e salvataggio. Mentre le multe - che vanno da 10mila a 50mila euro - sono destinate al comandante, all’armatore e al proprietario della nave che violi i trattati internazionali e le limitazioni previste dalla legge. Dovranno pagare da 10 a 50mila euro ciascuno solo in caso «in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane». Resta anche l’ipotesi della confisca dell’imbarcazione e il Viminale potrà comunque vietare «l’ingresso, il transito e la sosta di navi, salvo che si tratti di naviglio militare o in servizio governativo non commerciale per ragioni di pubblica sicurezza». Così, se un altro “caso Diciotti” è ancora possibile, visto che la nave bloccata su ordine del vicepremier era della Guardia Costiera, Salvini tenta, con le armi spuntate rispetto ai suoi propositi, di portare avanti la guerra alle ong. Mentre prosegue lo scontro con gli alleati di governo: «Nessuno svuotamento del decreto come vorrebbero fonti del Movimento Cinquestelle - commenta il vicepremier in serata - chi si mette di traverso non vuole colpire scafisti e violenti. Si tratta di semplici correzioni tecniche che non hanno in alcun modo cambiato la sostanza del testo». I RILIEVI Dall’Onu ai militari, fino al Quirinale, i rilievi alle norme che apparivano in palese contrasto con i trattati internazionali sembravano lasciare indifferente il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, nelle tre versioni già proposte del decreto sicurezza bis, è stato costretto ad arretrare ogni volta un po’ di più, fino a convincersi che il numero di vite salvate non poteva essere direttamente proporzionale a una sanzione prefettizia. E a far sparire la norma. Va avanti, intanto l’inchiesta della procura di Agrigento sull’ultimo salvataggio, quello della Sea watch3. Ieri, il comandante, Arturo Certone, è stato interrogato per sette ore e si è assunto tutte le responsabilità nella gestione dei soccorsi di 65 naufraghi salvati e sbarcati per ordine dei pm che tre giorni fa hanno sequestrato l’imbarcazione, ordinando che anche gli ultimi 47 profughi rimasti a bordo scendessero a terra. L’INCHIESTA Certone, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, si è assunto tutta la responsabilità di quanto accaduto. Davanti al procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, titolare del fascicolo, ha ricostruito ogni passaggio: dall’Sos, alla scelta della rotta. Ma l’ufficio diretto dal procuratore Luigi Patronaggio sta rimettendo insieme tutti gli step di quest’ultimo episodio che ha visto una nave carica di persone costretta al largo di un porto italiano. L’imbarcazione, intanto rimane sequestrata e, al momento, Certone è l’unico indagato.



 






 

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