Salvini chiude con Putin: «L’accordo non vale più». La Lega prende le distanze da Mosca

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Salvini chiude con Putin: «L’accordo non vale più». La Lega prende le distanze da Mosca
di Emilio Pucci
Martedì 2 Aprile 2024, 21:39 - Ultimo agg. 3 Aprile, 12:08
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Quarantotto ore per blindare il governo. Tra oggi e domani le mozioni di sfiducia presentate dalle forze dell’opposizione contro i ministri Salvini e Santanché saranno respinte dalla maggioranza ma la partita si giocherà sui numeri in Aula.

La chiamata è nominale e quindi non ci saranno franchi tiratori, il patto tra Fdi e Lega è però di garantire allo stesso modo entrambi gli esponenti del governo. Ecco il motivo per cui al momento è previsto che ci siano tutte e due le votazioni. Per evitare che ci siano defezioni a sostegno del vicepremier ieri la Lega ha diramato una nota per cercare di svelenire il clima attorno ai rapporti tra il partito di via Bellerio e Mosca.

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«Come già ribadito, i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita non hanno più valore dopo l’invasione dell’Ucraina», recita il comunicato, «anche negli anni precedenti non c’erano state iniziative comuni.

La linea della Lega è confermata dai voti in Parlamento: dispiace che l’Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall’opposizione». 


LA VOTAZIONE
Da Fdi e dalla Lega è partito l’alert affinché tutti i deputati siano presenti. Si partirà con la discussione generale sulla mozione al ministro Santanché, poi l’Aula sarà chiamata a pronunciarsi sui provvedimenti in agenda, tra cui la legge sul terzo settore ma in ogni caso l’obiettivo della maggioranza è quello di chiudere i dossier riguardanti i due ministri. «Sarà un giorno importante - ha detto ieri la ministra -. L’opposizione fa la sua parte rendendo più forte la maggioranza. Sono zero preoccupata: male non fare, paura non avere». Scontato che verrà rigettato l’affondo contro di lei. Ma non è detto che poi, qualora fosse rinviata a giudizio, non ci possa essere un secondo tempo. Per FI la posizione dell’esponente di FdI scricchiola e anche nel partito guidato da Meloni in tanti sottolineano che la storia non si chiuderà così facilmente. Per ora, tuttavia, sarà “coperta” senza se e senza ma.

 

Così come il leader della Lega che ha voluto ribadire la posizione del suo partito: «La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell’invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani», da Letta a Renzi e Gentiloni. La Lega ha ricordato persino la missione in Russia del giugno 2017 dell’allora ministro Calenda «per confermare contratti da almeno 4 miliardi».  «La verità è che le ambiguità di Salvini sulla Russia sono tutt’altro che chiarite. Andiamo avanti convinti con la nostra mozione di sfiducia», la reazione del capogruppo di Azione alla Camera Richetti.


LA MOZIONE SU SANTANCHÈ
Pure la mossa M5s anti-Santanchè servirà più che altro per compattare l’opposizione, al netto di alcuni distinguo (in Azione il deputato Costa ha confermato la sua contrarietà in nome del garantismo, così come Mariastella Gelmini: «Questa non è una mozione politica sul lavoro della ministra, ma nasce da una vicenda giudiziaria e come tale credo che rappresenti un precedente pericoloso»). «Voteremo la mozione», confermano dal Pd. Ma la maggioranza guarda soprattutto alla difesa di Salvini che ieri ha sottolineato il suo rapporto con la premier Meloni: («stiamo costruendo un’amicizia»). I fari sono puntati sulle Europee, perché è proprio su questo terreno che si registrano le fibrillazioni interne al centrodestra. Non sulle mozioni, insomma.

In Fdi non apprezzano il fatto che il vicepremier sta cercando voti a destra e che continua ad accostare la premier alla figura di von der Leyen. C’è chi guarda a quello che potrà succedere dopo giugno (tra l’altro ventuno esponenti della Lega - ex parlamentari, un ex sottosegretario, sindaci ed ex consiglieri regionali - hanno scritto una lettera a Salvini per criticare la sua linea politica), ma il segretario degli ex lumbard ha fatto sapere di non voler fare alcun passo indietro nella guida del partito: «Io penso di avere ancora tanto da dare, ho voglia, idee, tempo, poi persone in gamba ce ne sono, ma li lascio aspettare un attimo», ha tagliato corto. Ed ancora: «Entro l’autunno si farà il congresso, l’ultima roba che voglio è sembrare incollato alla poltrona. Nessuno si è fatto avanti? Per ora no».
 

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