Non più un decreto, ma un emendamento che sarà presentato in Parlamento. Sullo sblocca-trivelle il governo cambia strada e sceglie una via più veloce per riattivare la produzione nazionale di gas. Un modo anche di blindare il provvedimento che farà ripartire le perforazioni in Adriatico, sottraendolo al lungo percorso di conversione che un decreto avrebbe dovuto avere, tra l’altro, in concomitanza con l’arrivo in Parlamento della legge di Bilancio. Il provvedimento cosiddetto «gas release» è stato in parte lasciato in eredità dal precedente governo. Prevede la cessione a prezzi calmierati alle imprese cosiddette “gasivore”, di 2 miliardi di metri cubi di metano l’anno per i prossimi dieci anni. A fronte del gas ceduto, gli operatori otterranno concessioni, sempre decennali, per esplorazioni nell’Adriatico.
Il gas nazionale sarà assegnato ai cementifici, alle acciaierie e a tutte le altre imprese grandi consumatrici di metano. Le compagnie firmeranno in contratto con il Gse che acquisirà il gas e lo girerà alle imprese. Dunque il provvedimento voluto dal neo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, va oltre quanto previsto dalle bozze di Cingolani.
Alla progressiva discesa del prezzo del gas stanno contribuendo le temperature sopra la media nel Vecchio Continente, che preservano le scorte accumulate durante l’anno, con gli stoccaggi della Ue ormai prossimi, in media, al 95% di riempimento.
La soluzione studiata dal ministro Pichetto, va nella direzione che altri paesi hanno già preso da tempo: il Regno Unito, la Croazia e la Grecia. Sulla Croazia, che con l’Italia condivide lo stesso mare, era intervenuto nei giorni scorsi anche il ministro dell’industria Adolfo Urso, ricordando come proprio i croati stessero estraendo gas da un giacimento “comune” che da solo avrebbe riserve per 70 miliardi di metri cubi. Le nuove trivellazioni riguarderanno anche il canale di Sicilia. Si tatta di misure che hanno anche un altro effetto.
Contribuiscono tutte ad aumentare la “spare capacity” – ovvero la capacità inutilizzata – e quindi i volumi chesi possono potenzialmente mettere in produzione. E la spare capacity è il totem a cui ci si rivolge quando si discute di cicli rialzisti o ribassisti del prezzo del gas.