Sicurezza stradale, l'abilitazione visiva punta sul digitale

Il sistema innovativo messo a punto dall'equipe diretta dal professor Raffaele Sangiuolo

Il professor Raffaele Sangiuolo
Il professor Raffaele Sangiuolo
di Lorenzo Calò
Sabato 18 Febbraio 2023, 19:25
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L'abilitazione visiva alla guida sarà certificata da un sistema digitale. È questo il futuro. Ne è convinto il professor Raffaele Sangiuolo, origini salernitane, docente emerito alla Clinica oculistica dell’Università di Perugia e presso la Clinique Ophtalmologique dell'università Claude Bernard di Lyon, (attualmente presidente della Fondazione italiana di Oftalmologia digitale e robotizzata), coordinatore di un pool di ricercatori che hanno messo a punto un avanzatissimo sistema di controllo e misurazione del campo visivo utilizzando una tecnologia digitale e non più analogica, come avviene ormai da anni.

«Attraverso la nostra attività di ricerca – spiega Sangiuolo - in special modo cerchiamo di risolvere, mediante innovativi sistemi digitali, problematiche ad alto impatto socioeconomico in modo da migliorare il livello del welfare della popolazione e indurre importanti risparmi in termini economici e di vite umane.

Da anni stiamo lavorando nel settore della abilitazione visiva alla guida con sistemi digitali. Abbiamo prodotto un protocollo di valutazione la cui applicazione, riducendo il numero di incidenti stradali di circa il 20 per cento, sulla scorta di dati Istat, permetterebbe di salvare ogni anno circa 800 vite umane, ridurre il numero dei feriti con lesioni permanenti gravi di circa 3.800 unità con un risparmio di almeno tre milioni di euro. Abbiamo inoltre elaborato un protocollo con sistemi digitali di valutazione del livello di ipovisione e cecità finalizzato all’ottenimento di pensioni e sussidi la cui applicazione produrrebbe un risparmio annuo per lo Stato compreso tra 300 e 350 milioni annui oltre a una molto maggiore equità distributiva a favore dei soggetti realmente più fragili».

Come si sia arrivati a queste importanti evidenze scientifiche con possibilità applicative molto ampie è presto detto: «La fase di elaborazione del nostro progetto,i cui risultati sono coperti da un brevetto internazionale, è durata cinque anni e ha coinvolto 14 differenti professionisti – spiega Sangiuolo – Stiamo inoltre mettendo a punto il primo sistema al mondo di rieducazione dell’ipovisione da remoto con sistemi digitali al fine di risolvere in maniera tecnicamente avanzata ed economicamente sostenibile i grossi problemi, sia logistici sia economici, che spesso costringono gli ipovedenti (circa 200mila in Italia) ad abbandonare il loro percorso rieducativo con effetti devastanti». Al momento i principali partner scientifici del progetto sono il Polo di Ipovisione del Policlinico Gemelli (rappresentante in Italia dell’Oms), le università romane della Sapienza e di Tor Vergata e altri centri di ricerca e formazione superiore.

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È chiaro che per innalzare gli standard di sicurezza, grazie al sistema messo a punto da Sangiuolo e dalla sua equipe, occorra inevitabilmente modificare gli attuali protocolli di abilitazione alla guida di veicoli stradali. «Ogni conduttore di veicoli a motore deve essere abilitato per poter guidare in tutta sicurezza in ogni situazione ambientale che potrebbe incontrare – precisa Sangiuolo - Questo principio non può essere rispettato attraverso l’applicazione dell’attuale protocollo che si è dimostrato concettualmente inadeguato e peraltro applicato nei contesti e nelle modalità che noi tutti conosciamo. Per ovviare a queste carenze abbiamo creato un protocollo di valutazione numerica delle capacità visive totali con l’ausilio di un visore a tecnologia digitale che fornisce risposte precise e quantitativamente ben definite. Il sistema da noi proposto – conclude - si realizza attraverso procedure ben standardizzate e perfettamente riproducibili che solo la tecnologia digitale può permettere».

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