Bidello assolto da molestie, parte il trend social dei «10 secondi»: «Palpeggiamento breve non è reato»

Web mobilitato contro la sentenza del Tribunale di Roma

Scuola
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di Emanuela Di Pinto
Martedì 11 Luglio 2023, 12:10
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«Per meno di 10 secondi non è reato» è questa la sentenza definitiva che ha visto il bidello 66enne dell'Istituto Cine Tv Roberto Rossellini di Roma essere scagionato dalle accuse di molestie a suo carico. Il pubblico ministero, che aveva richiesto una condanna di tre anni e sei mesi, ha ottenuto un rigetto delle accuse di violenza sessuale. La difesa ha motivato il gesto come “senza malizia” e “senza secondi fini”. I fatti risalgono all'aprile 2022 quando era stata raccolta la denuncia da parte di una studentessa di un comportamento inadeguato da parte del bidello. Secondo la ricostruzione, infatti, l'uomo avrebbe toccato i glutei della 17enne mentre saliva le scale. La tesi della “non volontarietà” portata avanti dagli avvocati dell'accusato ha convinto la giuria che lo ha assolto per «mancanza di reato». Insomma, secondo il tribunale di Roma «un tocco che varia tra i 5 e i 10 secondi non è reato» e bisogna, prima di tutto, valutare l'intenzionalità e la malizia del gesto.

La ricostruzione della ragazza sembra però molto diversa da quella portata in tribunale dagli avvocati della difesa del bidello. All'epoca dei fatti, dopo la denuncia da parte della giovane, il corpo studentesco dell'Istituto in segno di solidarietà, organizzò un vero e proprio sciopero chiedendo come le molestie tra le mura scolastiche non dovessero essere ignorate. Definito da molti giovani come un luogo in cui sentirsi sicuri, la scuola negli ultimi anni è diventata palcoscenico di tantissimi episodi analoghi. La motivazione che ha portato all'assoluzione del bidello, legata alla tempistica del tocco e al fine ultimo del gesto, ha causato una reazione a catena sui social attraverso un vero e proprio trend che sta spopolando tra Instagram e Tik Tok.

Lanciato dall'attore e comico Paolo Camilli sul proprio profilo Instagram, il reel, diventato immediatamente un trend capace di coinvolgere tantissimi volti noti e persone comuni sui social, vede il soggetto protagonista del video toccare per 10 secondi (segnati attraverso un timer) una parte sensibile del proprio corpo, principalmente il petto, in un tentativo di mostrare quanto, quelli che per il tribunale siano pochi attimi, in realtà sia un periodo discretamente lungo capace di mettere a disagio e di cambiare la vita di una persona. Riproposto poi dallo scrittore e creator Francesco Cicconetti, il trend sta continuando a coinvolgere personalità che vogliono dire la loro sulla questione e mostrare quanto la motivazione dell'assoluzione del bidello da parte del tribunale di Roma non sia fondata ma, anzi, non tenga in considerazione della difficoltà con cui una persona reagisce ad una violenza sessuale breve o lunga che sia.

Quello che molti pensano sia in corso è un tentativo di riscrivere il concetto di violenza sessuale non dalla parte della vittima ma del carnefice. Secondo uno studio di Terres dos Hommes del 2018,  il 69% delle ragazze definisce una violenza sessuale come qualsiasi contatto invadente ed indesiderato, mentre il 66% la vede in qualsiasi comportantamente non adeguato che abbia un obiettivo principalmente sessuale. La metà ritiene che sia una violenza grave un avvicinamento indesiderato a zone intime, mentre il 40% definisce molestie anche frasi ed affermazioni sessiste. Nel caso del bidello romano quello che si sta avviando è un vero e proprio scontro dialettico e social su “cosa” possa essere definita una molestia e se, rapportata ad essa, ci siano dei canoni legati al tipo di tocco e al tempo. Insomma, secondo le accuse avanzate dai social, si sta pensando sempre meno al trauma del sogetto che subisce la violenza, dando importanza al “modo” in cui la molestia si consuma.

Instagram e TikTok, anche in questo caso, sono diventati un modo per dare voce alla gente comune su temi che sono, sempre più spesso, al centro del dibattito pubblico.

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